Eco-attivisti, l'ultima sparata: se ora anche il meteo è fascista
L’ultima generazione sulla terra si prepara alla Resistenza. Detto così, sembra il canovaccio di un B-movie fantapolitico, una trama divertente seppurimprobabile. Viceversa, è stata la cronaca di ieri in trentacinque città italiane (tra cui Milano, Torino, Firenze, Roma, Napoli, Palermo) in cui le truppe dell’ecotalebanesimo nostrano hanno officiato per l’ennesima volta il rito inaugurato dalla sacerdotessa in capo, la signorina Thunberg: lo sciopero scolastico del venerdì in nome della sopravvivenza del pianeta. Insomma, la cara vecchia bigiata in corteo, non più per fare la rivoluzione, come i loro padri e i loro nonni, ma per fermare la produzione (uno dei tanti cartelli surrealisti avvistati se la prendeva con la Rivoluzione Industriale, ovvero col maggior moltiplicatore di ricchezza e benessere della storia umana).
SALTO IN AVANTI
Fin qui, siamo nel déjà vu. A far compiere al grottesco un (ulteriore) passo in avanti è stata la parola d’ordine della ricreazione in piazza di Friday for Future Italia: Resistenza Climatica. Non è solo che la destra al governo ha scatenato l’inventiva lessicale degli ecoapocalittici, non è solo una supercazzola buona per andare in tendenza social. No, i gretini (a questo punto, il sospetto che la consonante iniziale sia piuttosto una “c” avanza prepotente) ci credono davvero, a questo rimando storico e morale, si sentono gli eredi di altri giovani che si precipitarono in montagna a combattere, solo che al posto del fucile sventolano l’iphone con post già innescato, e a molti di loro non starebbe male uno scolapasta in testa. Ci credono, e si evince dalla convocazione diramata sulla pagina Instagram del movimento: «Il riferimento storico è alla Resistenza partigiana, che ha visto persone da diverse città italiane, con diverse visioni politiche e di diversa estrazione sociale unirsi per rovesciare un regime apparentemente colossale e invincibile».
Gli eco-attivisti restano sempre impuniti: qualcuno li condannerà mai?
Ommiodio, è il giorno dell’insurrezione generale contro lo squadrismo fossile, e non ci hanno neanche avvisato. Perdonate, prendiamo tempo con spiritosaggini, ma davvero non è semplice provare ad avvistare un vago scampolo di senso, in quelle trentacinque piazze. A prenderli sul serio, questi professionisti della ecofuga dall’interrogazione di matematica si stanno paragonando ai coetanei che misero a rischio la vita contro il nazifascismo. Come noto, da queste parti non alberga alcun culto resistenziale, però terremmo ancora alla distinzione tra Hitler e il grado Celsius in più, tra la tragedia e la farsa.
OTTO PORTAVOCE
Quest’ultima, viceversa, pare l’ambiente naturale in cui si muovono i bigiatori green. Sentite Alessandro Marconi, uno degli otto portavoce (sì, otto, questi ti fanno rivalutare persino il centralismo democratico del Pci): «La fase che stiamo attraversando in Italia è critica. Al governo c’è una premier di destra, questo ha delle ripercussioni sia sul piano sociale che sul piano climatico». Fa caldo, governo fascista: è l’aggiornamento ecologicamente corretto del vecchio adagio «piove, governo ladro» (che torna sempre buono in caso di alluvione: il catastrofismo climatista si ritiene avvalorato da qualunque accadimento, non è mai falsificabile, quindi secondo un cretino di nome Karl Popper nemmeno scientifico).
I "gretini" ora se la prendono pure col golf: Roma, assalto alla Ryder Cup, finisce male
ATTACCO POLITICO
In ogni caso, non vorrei smarriste il punto: se invece della Meloni “negazionista” (l’aggettivo più scritto e scandito nella picaresca giornata di ieri), governasse il Pd, farebbe più fresco. Non è più la vecchia superiorità morale di berlingueriana memoria, è una superiorità meteorologica. Ma la vera notizia la scovi scorrendo il diluvio (fermi, è metaforico, non è un evento estremo!) di esternazioni sfornate dalla meglio gioventù ambientalista. Se infatti è indubbio che “ad oggi la crisi climatica sembra inarrestabile e questa percezione crea emozioni di frustrazione, sconforto ed eco-ansia”, pare che i nostri abbiano trovato anche la cura per questo male di vivere della contemporaneità. Dice Ester Barel, altra portavoce della compagnia: «Continuiamo a resistere, non lasciamoci immobilizzare dall’eco-ansia ma combattiamola definitivamente attraverso l’attivismo! Lottiamo insieme e costruiamo comunità resilienti e sostenibili». La commedia potrebbe finire anche qui, se gli adulti non ci mettessero del loro. Alcuni istituti infatti, tra cui il liceo Vittorio Colonna di Roma e il Galileo Ferraris di Torino, hanno annunciato che giustificheranno l’assenza degli alunni causa manifestazione e si sono impegnati a non prevedere “verifiche” nella giornata di ieri. Che diamine, c’è da fare la Resistenza, subito prima del weekend.