Marco Travaglio condannato per diffamazione, Renzi vince in tribunale
Matteo Renzi ha reso nota quella che per lui è una splendida notizia: Marco Travaglio e il Fatto Quotidiano sono stati condannati a risarcirlo di 80mila euro, più le spese e gli interessi, per averlo ripetutamente diffamato. “Per anni - ha scritto l’ex premier - ho subito in silenzio, sbagliando. La condanna di oggi non azzera le sofferenze per il passato ma pone una domanda agli addetti ai lavori della comunicazione: come può un diffamatore seriale che ha una collezione record di condanne continuare a fare la morale agli altri tutti i giorni in TV? Mistero. Intanto un pensiero alla mia famiglia che ha dovuto subire il peso di tutte le infamie e a tutti gli amici che non ci hanno mai abbandonato”.
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Per quanto riguarda l’inchiesta sui presunti finanziamenti illeciti ai partiti della Fondazione Open, l’ex premier si è presentato stamattina al palazzo di giustizia di Firenze per una nuova udienza. “Il tempo è galantuomo - ha dichiarato al suo arrivo - basta saper aspettare, come io ho sempre detto, e arrivano le buone notizie. Questa mattina Marco Travaglio è stato condannato a pagare più di 80.000 euro per il risarcimento danni nei miei confronti, la settimana prossima il pubblico ministero Luca Turco è stato convocato dal Csm. Un passo alla volta e tutte le cose vanno avanti nella giusta direzione. Chi ha ragione se la vede riconosciuta, però quanta fatica, quanti anni, quante occasioni buttate via, quante udienze, quanti soldi spesi dai cittadini”.
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Cambiando argomento, Renzi si è espresso nella sua Enews anche su Matteo Salvini e Iolanda Apostolico, la giudice di Catania che ha dichiarato illegittimo il decreto immigrazione del governo. “La giudice che ha bocciato il provvedimento - ha scritto l’ex premier - è stata accusata da Salvini di essere di parte perché era in piazza in una manifestazione contro di lui insieme a persone che urlavano slogan infami contro le forze dell'ordine. La questione è semplice: io sull'immigrazione non la penso come Salvini, anzi, sono agli antipodi. Ma credo che il ministro leghista abbia ragione quando chiede che i giudici diano le massime garanzie di imparzialità”.