Travaglio, delirio in difesa di Iolando Apostolico: "Limona duro con lo scafista"
Nessuno tocchi il giudice Iolanda Apostolico. La toga che ha rimesso in libertà i migranti in attesa di espulsione è diventata l'arma prediletta di Travagluo per vendicarsi sul governo di centrodetsra e anche la stampa vicina al mondo conservatore. La colpa regina per Travaglio è quella di aver messo in discussione un verdetto che di fatto cancella dil decreto Cutro e mette a rischio la lotta all'immigrazione clandestina.
Ma per difendere Iolanda Apostolico, Travaglio si scatena e usa toni duri contro la stampa, incluso Libero, che in questi giorni si è permessa di alzare la mano contro il fuorigioco della toga: "Si inventano ogni volta qualcosa per sputtanare i giudici che danno noia al governo. Inventare è la specialità della casa, il difficile è trovare una novità dopo trent’anni di berlusconismo", è la premessa (vergognosa, permettecelo).
Poi l'attacco si fa più duro: "Prendete l’ultima giudice da linciare: Iolanda Apostolico, che ha disapplicato il decreto Cutro perché è scritto coi piedi e ignora le regole basilari del diritto europeo e italiano. Si poteva guardarle le gambe e, se avesse indossato calzini turchesi, dipingerla come una mezza matta". Nessuno però si è inventato il like al post in cui viene mandato a quel paese il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini. A questo punto Travgalio perde ogni freno e manda la palla in tribuna, leggere per credere: "Sono tre giorni che i migliori picchiatori su piazza ravanano nei social della giudice, alla ricerca di un post che la ritragga mentre limona duro con uno scafista mentre quello le infila in tasca una mazzetta.
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Ma niente: solo like e condivisioni ad appelli pro Costituzione e contro chi la calpesta. Serve ben altro". E qui Travaglio dimentica che Iolanda Apostolico ha chiuso il suo profilo Facebook. Una mossa che fa pensare a post e forse a "mi piace" ben più imbarazzanti di quelli concessi a un insulto al ministro che è riuscito a contenere l'arrivo dei migranti sulle nostre coste nel corso della sua esperienza al Viminale. Voi direte, finito tutto qui? No. Travaglio si sente in tribunale e nel suo editoriale sul Fatto l'arringa è corposa: "Si potrebbe dire che la Apostolico si era rifiutata di divulgare un fascicolo segreto perché era segreto e, per soprammercato, da giovane era fidanzata con un giornalista di Lotta Continua: ma la stampa di destra l’aveva già detto di Ilda Boccassini, che incredibilmente non era stata neppure arrestata. Si potrebbe dire che la giudice catanese porta le scarpe da jogging e la camicia aperta, alza il gomito, fa vita da nababba e gira in Mercedes, andava a cena con Franco Nero e parlava male di Berlusconi e pure di Wanna Marchi, e per giunta suo figlio telefonava a uno 007 arrestato", ironizza. Poi la spruzzata di veleno: "Ma anche questi sarebbero plagi piuttosto dozzinali, perché Giornale e Libero se li erano già inventati per sputtanare il giudice Antonio Esposito, presidente del collegio che nel 2013 aveva condannato B. in Cassazione per le frodi fiscali Mediaset".
Anche in questo caso Travaglio attacca cercando di mettere a tacere noi e la stampa dei moderati che si permise di contestare, come si fa in democrazia, la sentenza che di fatto eliminò per parecchio tempo la figura di Berlusconi dagli scranni di palazzo Madama. Ma è la chiusa che è un vero e proprio insulto con gli occhi accecati di chi di mestiere fa il difensore d'ufficio del potere giudiziario: "Ma vallo a spiegare a questi berluscloni che cercano altarini nella vita dei magistrati perché non sanno scrivere le leggi e non sanno leggere le ordinanze (infatti le chiamano “sentenze”) o, se le leggono, non le capiscono". Non c'è bisogno di essere professori associati di diritto penale per leggere un "mi piace" da parte di una toga che ha ribaltato una norma varata da un governo in carica e controfirmata dal Colle.
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