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Catania, l'avvocato dei tunisini contro Salvini: "Rischia una batosta"

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Sulla decisione del tribunale di Catania, che ha giudicato l’ultimo decreto del governo illegittimo e ha quindi annullato la misura di trattenimento di tre tunisini, interviene Riccardo Campochiaro. Si tratta del presidente del centro Astalli, nonché avvocato che ha fornito assistenza legale ai richiedenti asilo che il Viminale voleva trattenere presso il cpr di Pozzallo. In collegamento con Tagadà nella puntata di martedì 3 ottobre su La7, il legale torna sulle parole di Matteo Salvini. Il leader della Lega, con un tweet, ha espresso i suoi dubbi sul migrante che ha dato il via al caso: "Sbarcato dieci giorni fa e ricorso subito accolto dal tribunale. Ma aveva l’avvocato sul barcone? Riforma della giustizia, presto e bene".

Parole che non trovato d'accordo Campochiaro. "Il ministro fa confusione - tuona rispondendo a Tiziana Panella -. Ci mancherebbe altro che un cittadino, privato della libertà personale, non abbia il diritto di avere un avvocato. Personalmente noi saremmo anche disponibili ad andare su un barcone se la politica esternalizza ancora di più le frontiere". Insomma, il legale ammette che gli avvocati del centro Astalli sarebbero pronti a intervenire, "se ce ne fosse bisogno, con assistenza legale sul barcone. Noi lo faremmo tranquillamente". Poi la solidarietà al giudice Iolanda Apostolico che, disobbedendo all’ultimo decreto del governo, non ha convalidato il trattenimento dei tre tunisini.

 

 

Il motivo? A detta della toga catanese le nuove regole sono in contrasto con la normativa europea. "Si tratta - prosegue Campochiaro - di un provvedimento completo. Se il governo insisterà con questi provvedimenti, rischia una batosta". Intanto la vicenda è destinata ad andare per le lunghe. L'intenzione dell'esecutivo sarebbe quella di procedere con il ricorso in Cassazione, entro i previsti 60 giorni, in considerazione del fatto che si ritiene la normativa italiana "del tutto coerente con quella europea e con il dettato costituzionale".

 

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