Cacciari e Scanzi criticano Meloni: "Di cosa dovrebbero essere felici", chi li ammutolisce
È passato un anno esatto dalla vittoria delle elezioni e per Giorgia Meloni è tempo di un primo bilancio sull’operato del suo governo di centrodestra. Per l’occasione a Otto e Mezzo, su La7, Lilli Gruber ha schierato le “truppe rosse”, rappresentate da Massimo Cacciari e Andrea Scanzi. Le critiche nei confronti della presidente del Consiglio sono piovute.
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L’unica che ha provato a dipingere un quadro più realista sulla Meloni è stata Rita Lofano, direttrice Agi: “In politica estera e fiscale la premier si sta muovendo nel solco di Mario Draghi. Questa cosa dovrebbe fare felici i suoi critici. Si annunciavano sfaceli, disastri finanziari, isolamento. Quello che gli viene riconosciuto, perfino dal Guardian che l’ha definita la leader più potente d’Europa, è la capacità di muoversi in politica estera. Ha anche ricevuto il plauso di Macron per le politiche sull’Africa”.
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Cacciari ha invece definito “paradossale” il fatto che la Meloni descriva l’Italia “più credibile, rispettata e ascoltata” dopo un anno di governo: “Lei sarebbe più ascoltata e credibile di Draghi? Mi sembra eccessivo affermarlo. La Meloni è impegnata con altri leader della destra europea in una operazione molto seria e complicata: conquistare credibilità in seno alle grandi potenze dell’Occidente per poter puntare a vincere le elezioni europee e porsi come nuova governance europea”.