Paolo Crepet contro la sinistra: "No al voto in condotta? Come potete sostenerlo?"
Paolo Crepet stronca la sinistra che ha attaccato il governo di Giorgia Meloni per il voto in condotta: "Non capisco come si possa sostenere che il voto in condotta non ci debba essere”, tuona lo psichiatra, sociologo ed educatore in una intervista a Il Fatto quotidiano. Peraltro la cronaca dimostra che i metodi soft non hanno portato ad alcun risultato. "Mi scandalizzo dello scandalo. La scuola deve tenere là dove può farlo. Molti dicono che non deve fare il vice del genitore. Ma se il genitore non c’è?".
"Chi c'è dietro il caso-Africa". Immigrazione, l'amara rivelazione di Crepet
E basta poi pensare che una scuola che punisce sia anacronistica: "C’è stata sempre una sorta di parallelismo educativo tra scuola e famiglia, accadeva 50 anni fa e non è che solo perché sono passati decenni allora è sbagliato. Inoltre, la scuola può in questo modo ‘educare’ anche il genitore". Certo, "se le scuole non sembrassero uno slam di una qualsiasi metropoli del quarto mondo o se anche solo i docenti fossero pagati abbastanza, probabilmente alla lunga il voto in condotta potrebbe non servire davvero".
"Cosa si può fare in 12 minuti, impari a parlare": Paolo Crepet demolisce Elly Schlein
Perché "esistono regole condivise da rispettare. Se si entra alle 8:30, si rispetta l’orario. Se non si fuma, il divieto vale anche per i docenti.
Questo lo rende un luogo di rispetto". Infine, sui voti: "Abbiamo provato a fare senza: i giudizi, i 4, i 6 meno meno. Risultato? Un disastro. L’istruzione ha perso valore e se perde valore la scuola lo perde anche il diploma, così come l’idea stessa della formazione".