Gad Lerner si inventa il golpe del generale Vannacci: "Accordo tra militari"
Occhio che arrivano i colonnelli. Il senile flusso di coscienza di Giuliano Amato su Ustica ha risvegliato l’innata passione per le teorie del complotto latente negli spiriti italiani. Così mentre sulle pagine dei principali quotidiani spuntavano come funghi vecchi testimoni della tragedia del DC9 pronti a giurare di avere novità scottanti sul caso – tutti rigorosamente senza prove - ecco comparire chi di funghi (allucinogeni) sembra andare goloso. La tesi suggestiva: è in atto una macchinazione dell’esercito per sovvertire lo stato democratico. E dietro, spiega il Fatto Quotidiano, ci sarebbe Roberto Vannacci, il cui successo sarebbe frutto di un piano studiato a tavolino in qualche base militare segreta. Una specie di patto tra ufficiali golpisti decisi a spingere il generale nelle classifiche di Amazon, facendo leva sugli algoritmi di Bezos e soci per influenzare le politiche del governo Meloni.
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IL DUBBIO - A illustrare la tesi è stato Gad Lerner, che apre la trattazione con un significativo «spero di non passare per cospirazionista», una premessa che normalmente anticipa fuochi d’artificio e fregnacce galattiche. E infatti l’ex direttore del Tg1 mantiene puntualmente la promessa: «Adombro il dubbio che l’invito all’acquisto massiccio circolasse nei network delle Forze Armate prima ancora del can can provocato dalla rimozione di Vannacci». Ovviamente anche qui non c’è una prova – figuriamoci – ma potrebbe anche starci. Un collega scrive un libro, qualcuno dice «compriamolo».
Secondo il giornalista, tuttavia, dietro questa operazione ci sarebbe una mano nera: «Alla Meloni saranno fischiate le orecchie: negli apparati dello Stato alligna non da oggi qualcosa di più di un sentimento di estrema destra capace di solleticare l’opinione pubblica conservatrice, di condizionare la politica, perfino di rivangare il fascino della divisa qualora “io sono Giorgia” ripiegasse al centro». In altre parole, un grande complotto per spingere il premier verso l’estremismo più bieco. Vannacci parla di gay e subito la Meloni corre terrorizzata a scrivere decreti omofobi. «È un segnale ben preciso lanciato alla politica dall’interno dello Stato e subito raccolto dal giornalismo di destra». Una tesi ardita, visto che in effetti a montare il caso è stata la stampa di sinistra, chiedendo la testa del militare.
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MILIZIE DEL DUCE - Dulcis in fundo, ecco spuntare l’immancabile ombra delle milizie del Duce, sempre nascoste dietro l’angolo e pronte a marciare su Roma: «Se mi dite che non corriamo il rischio di un ritorno al fascismo novecentesco d’accordo. Chiamatela pure come volete, ma non fingete che sia acqua passata». Siamo a un passo dalla dittatura, dice Lerner. I colonnelli. Mentre queste cosucce andavano in stampa, il generale Vannacci non era affatto intento a studiare come prendere il controllo dell’apparato statale, ma vestito come un pensionato Atac, a Villasimius in Sardegna presentava l’edizione cartacea del suo libro: «Devo ringraziare i giornalisti Aldo Cazzullo e Matteo Pucciarelli, hanno estrapolato strumentalmente alcune frasi del mio libro per dipingermi come persona xenofoba, regalandomi una straordinaria operazione di marketing». Grazie a chi lo ha stroncato, il generale è diventato ricco: 600mila euro incassati in un mese ed è solo l’inizio. E così il golpe il generale potrà iniziare a prepararlo dalle Maldive.