Flavio Briatore e il Twiga, "umiliati": terremoto al Corriere
Flavio Briatore non ha gradito alcuni passaggi dell’articolo che Fabrizio Roncone ha scritto sul Ferragosto passato al Twiga di Forte dei Marmi. “Sorvolo sul tono sarcastico - ha esordito l’imprenditore nella lettera inviata al Corriere della Sera - e sui contenuti volutamente ‘montati’ e in certi casi assolutamente falsi, relativi alla qualità dei nostri servizi e della nostra struttura, perché francamente non ho nulla di cui scusarmi. La migliore risposta la danno il successo e i risultati che ogni stagione otteniamo e la nostra clientela, che ci segue e ci apprezza".
Briatore ha quindi fatto una considerazione su un aspetto che lo ha colpito molto: “Trovo incivile e fuori luogo che il Corriere abbia fatto del puro ‘body shaming’ verso i clienti del nostro stabilimento, al fine di ‘colorire’ il proprio articolo”. L’imprenditore ha riportato alcuni esempi di quanto scritto da Roncone: “La madre ha un viso da quarantenne montato su un corpo da settantenne”, "Sergio detto Sergione per la pinguedine incipiente”, “un tipo con la pancia gelatinosa legge la Guida Michelin”. “In America - ha attaccato Briatore - un ‘body shaming’ del genere, soprattutto da parte di una testata mediatica di rispetto, avrebbe causato una denuncia, con conseguenze gravi su giornalista e testata. Infierire sui clienti di una spiaggia per il loro aspetto fisico non è giornalismo”.
La replica di Roncone non si è fatta attendere, così come l’invito a lasciar perdere il body shaming: “È un tema importante che introduce senza alcun motivo: perché le eventuali vittime — che qui non ci sono — devono essere identificabili con nome e cognome. Piuttosto, parlando seriamente: ci è costato un botto di soldi, però al Twiga ho trascorso ore assolutamente strepitose tra giraffe, Ferrari e parvenu. Peccato solo per qualche disservizio, come ad esempio i bagni, sporchi e con le serrature sfondate. Ma se è ancora a Montecarlo, e non ha avuto modo di verificare, le invio volentieri tutte le foto”.