Riccardo Laganà, rumors: come si spiegano arresto cardiaco e morte improvvisa
Ha suscitato profonda commozione e soprattutto sconcerto la notizia di ieri della morte del consigliere Rai Riccardo Laganà, deceduto nella notte, a soli 48 anni, per «arresto cardiaco improvviso» come riportato dalle cronache. Una morte imprevista, dal momento che, a quanto pare, non fosse stato riscontrato in vita alcun segnale di allarme o di malattia premonitoria, ma la verità è che la «morte improvvisa» non esiste, poiché nasconde sempre una patologia sottostante, nota al paziente oppure mai diagnosticata, e quindi non curata, poiché il nostro cuore è programmato per battere molti decenni ininterrottamente, e per non arrestarsi mai «improvvisamente».
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Perché allora alcune persone in apparente buona salute, compresi giovani atleti iper controllati, o soggetti sotto i cinquanta anni, muoiono per arresto cardiaco fulminante mentre dormono o sono in attività, e perché il loro cuore smette improvvisamente di pulsare portando al decesso il paziente? In questi casi, escludendo l’assunzione di farmaci o sostanze tossiche o patologie preesistenti, ed escludendo le cause coronariche che segnalano sempre la loro criticità con sintomi specifici, l’attenzione della cardiologia internazionale si è concentrata su malattie elettriche del muscolo cardiaco, ovvero su anomalie della conduzione elettrica che genera il battito vitale del cuore, come per esempio la «Sindrome del QT lungo», odi altre anomalie del ritmo cardiaco, genetiche o acquisite, ma sempre nascoste, non curate e non trattate.
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I casi di morte improvvisa infatti, compreso l’infarto fulminante di cui spesso si parla, non sono decessi casuali o legati al destino, ma sono tragedie preannunciate sempre da sintomi vascolari o elettrici del muscolo cardiaco che compaiono almeno mesi o settimane prima, come lipotimie, svenimenti, aritmie, stanchezza cronica, ma che spesso vengono sottovalutati, minimizzati o non riconosciuti, soprattutto dagli uomini, e che sovente vengono attribuiti a cause minori come lo stress o dolori muscolari o articolari.
Un cuore che batte da anni non si ferma mai «improvvisamente» se non è affetto da patologie, se non è malato o arrivato allo stremo, perché il cuore, inteso come muscolo motore, non è muto, non tradisce, non ci accoltella alle spalle, ma parla, avverte, manda campanelli di allarme prima di fermarsi per sempre, come anche ogni organo del nostro corpo esprime sempre segnali quando si ammala o sintomi specifici quando smette di funzionare a dovere per qualunque patologia. Il 95% dei casi definiti di «morte improvvisa» sono quindi legati al cuore, ed ogni anno in Italia 1.000 persone sotto i 30anni, apparentemente sane, muoiono di arresto cardiaco imprevisto, come prima manifestazione di una patologia purtroppo esistente, mai diagnosticata o curata.
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