Pierangelo Marcati, il prof che insulta i leghisti: "Ca***, le scimmie sono più intelligenti"
Sono spaventato: se il professor Pierangelo Marcati leggerà quanto segue, ne sono certo, prenderò randellate. Parole, tweet, mica botte vere. Ma le “parole” dell’insigne matematico sono roba che scotta, una violenza verbale degna della lingua di Sgarbi più i muscoli di Schwarzenegger. Al confronto i «bastardi!» di Roberto Saviano sembrano carezze.
Marcati, canuto e dai tratti apparentemente mansueti, ha un curriculum accademico lungo come l’A1. Oggi è ordinario al Gran Sasso Science Institute dell’Aquila, di cui è stato Prorettore vicario. Trattasi di un istituto di ricerca e di alta formazione dottorale ad uso e consumo dei fisici nucleari: eccellenza assoluta. E si spera - per Marcati - che l’istituto in questione non abbia un codice etico, sempre per quel parallelismo con Saviano. Il punto è che il matematico odia leghisti, meloniani e centrodestra tutto. Li disprezza. E li insulta senza pietà.
Negli ultimi giorni al prof sono saltate due mosche al naso. La prima, i «negazionisti climatici». La seconda, la commissione Covid. E il leghista Claudio Borghi, sempre sui social, ha fatto notare questi nervosismi. Primo esempio: «La destra negazionista sul clima, idiozia e antiscienza. NoVax, NoGlobalWarming, TerraPiatta. Sempre la stessa teppaglia politica. Farabutti», cinguettava Marcati rilanciando la prima pagina di Libero del 19 luglio («I terroristi del clima»). Sentitamente noi «farabutti» ringraziamo, apprendendo con stupore di essere financo terrapiattisti.
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Dopo l’antipasto, la rissa da bar. Si rivolge direttamente a Borghi: «Classico prototipo di pitecantropo leghista, ma se sei così scemo da credere che la climatologia si faccia con quattro rilevatori di temperatura ad uso e consumo del meteo del Tg? Le scimmie sono infinitamente più intelligenti». Frase sgangherata ma, per certo, i primati sono meglio dei leghisti (e il «pitecantropo» è un ominide). Marcati, in una mitragliata di tweet, si rivolge a Borghi chiamandolo confidenzialmente «cazzone». E ancora: «Che cavolo scrivi bestia! Posti un articolo e non capisci un caz*** di ciò che dice (...). Smettila cogl*** analfabeta». Borghi reagisce alle randellate: «Provvederò a mandare copia di questa sua cortesia alla Prof.ssa Inverardi per opportune valutazioni». Paola Inverardi è il rettore del Gran Sasso e potrebbe non gradire gli sproloqui di Marcati. Così quest’ultimo messo alle strette reagisce con colpo di genio: come per magia nella bio su Twitter aggiunge «QUI SOLO OPINIONI PERSONALI». Tutto maiuscolo e tutto sistemato! Poi replica al leghista con toni lievi: «Lei è un mascalzone che diffonde informazioni assolutamente false». Borghi fa notare come la mossa arrivi fuori tempo massimo. Risultato? Il prof sfriziona ancora: «Io non posso denunciarti per le balle che scrivi perché tu hai l’immunità parlamentare. Vedremo il processo alla scienza come funziona nell’Italia fascio leghista».
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Il matematico è trasversale: ce l’ha con tutti. Ha una fissazione paranoica per i «renziani» rei di appoggiare la commissione Covid, discute con uno di loro e lo accarezza: «Togliti dalle balle, trollino idiota adoratore di Renzi. Il tuo è un mestiere di m...a da povero fallito». Poi contro Andrea Giambruno: «Solito mascalzone negazionista per opportunità politica. Invece di rompere i cabbasisi a noi con le tue cazz*** negazioniste parla con la tua PdC vediamo se ha le balle/voglia di seguirti o se come sembra si appecora a UE e USA e ti manda a cag***». Bonjour finesse. Lucio Malan? «Proprio scemo». Francesca Chaouqui? «Poveretta inutile che lecchi il fondoschiena di Meloni». Nicola Porro? «Solito cialtrone (...). Hai capito caz***ne o te lo devo spiegare coi disegnini?». Il militante FdI? «Poi vi offendete se uno vi dice che siete liquame fascista. Si sente la puzza di fogna lontano kilometri» (con la «k»).
Per esigenze di spazio il resoconto si interrompe qui. Ci si può scrivere un libro con le «opinioni personali» del professor Marcati: nel caso, fatevi un giro sul suo profilo Twitter. Dove tra poche ore con tutta probabilità anche io verrò additato come subumano.