Massimo Giletti, D'Agostino: "Fuori da La7 per quello strano personaggio"
"Alla mia età ho visto di tutto, compreso Silvio Berlusconi che pur controllando sei reti ha perso le elezioni. Non a caso Fdi ha vinto le elezioni senza la Rai". Roberto D'Agostino, 75 anni, non si stupisce nella rivoluzione che ha investito viale Mazzini. "La destra sta occupando la Rai in maniera tale e quale agli altri. E come in passato questo non porterà nessuna differenza se non per le carriere dei nominati", dice a Francesco Rigatelli che lo ha intervistato per la Stampa.
"E poi siamo nell'era digitale", aggiunge. Secondo Dago, Roberto Saviano non è in palinsesto "per ripicca: perché ha trattato male Meloni e Salvini. Un fatto personale"; Fabio Fazio invece "ha fatto una scelta economica mettendo le mani avanti". "Poi", puntualizza il fondatore di Dagospia, "è la cornice che fa il quadro. Se uno si sposta dalla Rai bisogna vedere che audience fa a Discovery. La vera trasmissione politica ora è Report". Quanto a Massimo Giletti è stato fatto fuori da La7 perché "a caccia di scoop è incespicato in uno strano personaggio vicino ai boss Graviano, Salvatore Baiardo, e l'editore Urbano Cairo alla fine si è stufato di pagare per averlo come ospite in trasmissione".
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"Servizi, apparati, burocrazia, magistratura insomma il mondo di sotto" sono loro per D'Agostino a muovere i fili. Li definisce il "circolo più influente d'Italia": "gente che tra destra e sinistra ha sempre preferito il centrotavola", ironizza nell'intervista spiegando: "Laddove attovagliarsi significa spartirsi il potere. A Roma si gestisce tutto in gruppo, non a caso ci sono una ventina di circoli" di cui il più influente "non è quello visibile, ma quello che perdiamo di vista. Il mondo di sotto: servizi, apparati, burocrazia, magistratura". La finanza invece "è un mondo parallelo, articolato e ramificato".
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Per il fondatore di Dagospia oggi "il potere è molto legato alla geopolitica: da Berlusconi accompagnato alla porta, a Salvini decaduto, a Meloni (una democristiana) che appoggia l'Ucraina". Quanto a Mario Draghi "ha fatto quello che doveva fare e in qualche modo tornerà, ma non nello stesso ruolo di prima". Quando gli chiedono chi sia la persona più potente d'Italia, risponde: ""Ah, saperlo! Ma in Italia dopo Cuccia un vero potente non c'è più stato. Oggi il potere è molto legato alla geopolitica: da Berlusconi accompagnato alla porta, a Salvini decaduto, a Meloni che appoggia l'Ucraina". Infine Roberto D'Agostino fa la sua previsione per il futuro: Chiara Ferragni non diventerà mai premier perché "è tutta fuffa". Per lui "i leader del futuro saranno coloro che interpreteranno meglio la geopolitica". "Chi insiste su Vox e i sovranisti", conclude Dago, "invece non andrà molto lontano".
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