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Sigfrido Ranucci, la "tripletta": harakiri in tv, da chi si becca tre querele

Daniele Priori
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Tra Adolfo Urso e Sigfrido Ranucci siamo ormai alla querela reloaded. Il tema è quello originario: l’inchiesta primaverile di Report sul progetto del ministero per le Imprese e il Made in Italy relativo alla costruzione di un interporto ferroviario nella città Ucraina di Horonda, nel corso della quale è avvenuta la presunta diffamazione di Report una e trina (nel senso che è stata mandata poi in replica per ben tre volte da maggio a oggi) ai danni del ministro Urso. Tanto da portare con sé un’automatica denuncia bis da parte dell’esponente del governo all’indirizzo del conduttore di RaiTre. «RaiTre ha trasmesso in replica, per la terza volta, il medesimo servizio di Report del 29 maggio scorso che riguarda la mia attività politica e istituzionale, già trasmesso in replica lunedì 24 luglio. Tutto questo, ancora una volta, senza dar conto delle mie denunce penali e di quelle delle altre persone coinvolte per le affermazioni del tutto false ivi contenute», fa sapere Urso in una nota.

 

 


SERVIZIO INFONDATO
«Ho dato mandato ai miei legali di accludere anche questo atto senza precedenti nella causa per diffamazione già iscritta in ruolo dalla Procura della Repubblica di Roma nei confronti del direttore di Report, signor Ranucci, e di presentare un’altra querela nei confronti di coloro che hanno programmato le repliche nel palinsesto Rai, pur consapevoli delle denunce in corso e di quanto pubblicamente emerso nel frattempo che dimostra la assoluta infondatezza del servizio, basato su testimonianze manipolate e su una chiara volontà diffamatoria», prosegue la nota del ministro che ha anche aggiunto di aver denunciato la vicenda all’Ordine dei giornalisti affinché proceda nei confronti di Ranucci per la «clamorosa e perdurante violazione della deontologia professionale».

Una vicenda, quella da cui nasce la querelle, smentita dal comune di Verona, città di partenza del corridoio ferroviario con l’Ucraina, su cui torna anche il senatore di Fdi, Matteo Gelmetti, eletto nel capoluogo veneto. «Perché Ranucci, conduttore di Report, non fa mai menzione della lettera che il sindaco di Verona di centro sinistra Tommasi ha inviato al ministro Urso in data il 31 maggio in cui smentisce quanto affermato nel servizio Rai del 29 maggio e dell'ordine del giorno, approvato all’unanimità il giorno 1 giugno dal Consiglio comunale di Verona, in cui si contestano le false ricostruzioni del servizio di Report sul progetto “Horonda”, il tutto pubblicato con ampio risalto dai media anche nazionali e trasmesso agli uffici di Report? Perché il signor Ranucci non ha tenuto conto nelle repliche di lunedì 24 e di sabato 29 luglio di quanto già conosciuto e pubblico sui media, cioè il pieno coinvolgimento dell’Amministrazione comunale nel progetto sin dalla sua presentazione a stampa ed imprese il 21 gennaio a cui parteciparono, lodando l’iniziativa, proprio il sindaco Tommasi e il presidente della Provincia Pasini, come risulta dai riscontri dei media?», si chiede il senatore meloniano.

 


VICEDIRETTORE AZZERATO
Non si è fatta attendere la replica di Ranucci intervenuto via social in difesa dell’operato suo e della sua redazione, precisando anche di non essere il direttore di Report ma di appartenere «alla schiera dei vicedirettori al momento azzerati». In merito a quanto contestato - si legge ancora nel post sul profilo Facebook di Ranucci, dopo l'annunciata querela da parte del ministro Adolfo Urso - si fa presente che Report prima della puntata in questione aveva più volte invitato il signor ministro a rilasciare un'intervista sulle questioni sollevate. Il signor ministro ha declinato l’invito evitando il contraddittorio che non è avvenuto non per responsabilità di Report. Tuttavia era stata inviata al signor ministro una mail con delle domande. Di gran parte delle risposte è stato dato conto durante la puntata. La lettera integrale è stata pubblicata sul sito. Così come tutte le informazioni successive giunte alla redazione dopo la puntata. Tali informazioni sono state rilanciate sui social a ogni replica. Report fa presente che nessun atto o notifica di querela è giunto al momento in redazione tale da bloccare la regolare messa in onda delle puntate. Anche perché le repliche di Report rappresentano una risorsa per l'azienda in quanto sono a costo zero. Report fa anche presente che nessuna intervista è stata manipolata. Tale accusa è grave ed è facilmente smentibile attraverso le interviste originali in possesso degli inviati». Si attendono ulteriori repliche. Magari aggiornate, per evitare ulteriori querele.

 

 

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