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Don Biancalani, ricordate il prete anti-Lega? "Truffa all'Inps"

Tommaso Montesano
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È un periodaccio per Massimo Biancalani, il parroco di Santa Maria Maggiore, a Vicofaro (in provincia di Pistoia), da anni protagonista di numerosi scontri con Matteo Salvini, e la Lega, sui migranti. Biancalani, infatti, è un paladino dell’accoglienza ed è noto per aver aperto, dal 2016, un centro di accoglienza nella sua parrocchia. Le cose, però, negli ultimi tempi hanno preso una brutta piega: prima con l’ordinanza urgente di sgombero emessa lo scorso 20 luglio dal Comune di Pistoia dopo il sopralluogo dell’Azienda sanitaria locale, poi con il recapito, da parte della procura di Firenze, dell’avviso di conclusione indagini in relazione a quattro presunti falsi contratti di lavoro stipulati a favore di altrettante persone ospitate a Vicofaro tra il 2019 e il 2020. Le ipotesi di reato a carico di Biancalani sono di truffa e falso in atto pubblico. È stato lo stesso “parroco anti-Salvini” a dare notizia dell’indagine nei suoi confronti convocando una conferenza stampa a Pistoia nello studio dei suoi difensori, Fausto Malucchi ed Elena Baldi. «A Biancalani contestano il reato di truffa, perché si sostiene che avrebbe firmato falsi contratti di lavoro al fine di ottenere, come poi è avvenuto, alcuni contributi da parte dell’Inps», ha spiegato l’avvocato Malucchi.

 


Non solo: i pm fiorentini contestano a Biancalani anche di aver utilizzato questi contratti di lavoro nell’ambito di alcune vertenze davanti al tribunale di Firenze al fine di ottenere provvedimenti favorevoli alla permanenza di alcuni stranieri sul territorio italiano. Da qui l’accusa di falso in atto pubblico. I quattro rapporti di lavoro sarebbero relativi a quattro stranieri che sarebbero stati assunti dal sacerdote con contratti di collaborazione familiare, con il ruolo di mediatori culturali e di aiuto nella gestione del centro di accoglienza. «Abbiamo 20 giorni di tempo per far conoscere le nostre opinioni, probabilmente don Biancalani chiederà di essere ascoltato e sottoposto a interrogatorio», ha aggiunto Malucchi. Nello stesso periodo di tempo, giorno più giorno meno, il parroco dovrà vedersela con l’ordinanza di sgombero dei circa 150 migranti alloggiati nella struttura di Vicofaro.

 

 

Nel documento emesso dall’amministrazione comunale di Pistoia si fa riferimento al sovraffollamento della struttura, utilizzata come «dormitorio con soggiorno continuativo di persone per 164 posti letto individuati», alle «precarie condizioni igienico-sanitarie dei luoghi» e alla presenza di «rifiuti, sporcizia, muffe, infiltrazioni, residui di alimenti, ristagni di acque di scarico, escrementi di topo e di volatile», nonché a «spazi esterni utilizzati come orinatoi». In più ci sarebbero impianti elettrici non a norma, insufficienti requisiti di aerazione e assenza di dispositivi antincendio. «Le istituzioni hanno il dovere di intervenire prima che accada qualcosa di irreparabile», ha detto il sindaco Alessandro Tomasi a proposito dei rischi igienico-sanitari. Biancalani ha 15 giorni di tempo per ottemperare volontariamente all’ordinanza. Se questo non avverrà, il sacerdote sarà deferito all’autorità giudiziaria e lo sgombero, a meno di proroghe, sarà eseguito dalle Forze dell’ordine. Ed è questo, a sentire lo stesso Biancalani, lo scenario più probabile: «Continuerò a fare quello che ho sempre fatto, quindi disobbedisco assolutamente a questa ordinanza. Posso esortare i ragazzi che hanno un lavoro a trovarsi un alloggio in affitto, ma gli altri come faccio a mandarli via?»

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