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Joe Biden, la lettera che lo inchioda: ombra comunista sul presidente

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"Dear Prime Minister Giulio Andreotti". Inizia così la lettera ritrovata negli archivi dell'Istituto Sturzo dal Lucio D'Ubaldo, già senatore del Pd, direttore del "Domani d'Italia", indirizzata all'allora presidente del consiglio firmata dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden. Un documento importantissimo dal punto di vista storico e politico che aiuta anche a capire il ruolo di Ado Moro che "teneva in conto di quel che si muoveva anche Oltreoceano nel suo disegno di aprire una nuova stagione", spiega D'Ubaldo a Fabio Martini che sul Corriere ha ricostruito questa storia scivolata nell'oblio per decenni e che ora riaffiora per una catena di casualità.

 

 

La storia è quella di Joseph Robinette jr Biden che all'inizio del 1978 era un giovane senatore incaricato dal Congresso di svolgere un Rapporto sui Partiti comunisti europei e, in particolare, sul più forte di tutti, il Pci guidato da Enrico Berlinguer. Un inchiesta che il giovane senatore svolse con grande zelo tanto ad aver anche programmato un viaggio in Italia, del quale si trova traccia nella lettera spedita al presidente del Consiglio Andreotti, ritrovata da D'Ubaldo. Biden, ricostruisce il Corriere, presentò le conclusioni al Comitato Affari Europei della Commissione Esteri del Senato sostenendo: "Se il processo della democrazia italiana dovesse portare alla partecipazione del Pci al governo, gli Stati Uniti dovrebbero essere preparati ad agire con prudenza, basandosi su un'attenta interpretazione della situazione italiana".

 

 

In pratica, pur ribadendo concetti noti ("la partecipazione del Pci al governo è contraria agli interessi americani"), perché permaneva il terrore per il possibile accesso alle informazioni riservatissime sul sistema di sicurezza internazionale l'invito di Biden era a non demonizzare la presenza comunista in Italia. Invito che, sottolinea D'Ubaldo, si rivelerà, a suo modo, profetico. Il 16 marzo 1978 il Pci entrò a far parte della maggioranza di governo, contribuendo a consolidare la democrazia in Italia nel passaggio forse più difficile di tutto il dopoguerra. Quanto a Moro che quel giorno venne rapito, D'Ubaldo spiega che il rapporto Biden "aiuta a capire che nel suo disegno di aprire una nuova stagione". "Nel corso degli anni ha preso corpo la tesi di un Moro abbandonato al suo destino, che avrebbe pagato con la vita la sua spericolata apertura al Pci", puntualizza D'Ubaldo. "Questa "ricostruzione che descrive Moro come temerario, ignora la sua natura: un esempio di superiore attitudine alla moderazione e di forte attaccamento al realismo", conclude D'Ubaldo.

 

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