Cerca
Logo
Cerca
+

Elkann sconvolto dal treno per Foggia? Altro disastro su Repubblica: oggi...

  • a
  • a
  • a

Ragazzi con magliette e scarpe da ginnastica, cappellini e tatuaggi, che parlano di calcio e ragazze. "Lanzichenecchi" li ha etichettati Alain Elkann, in un articolo su Repubblica (di proprietà del figlio John Elkan) in cui racconta di lui in viaggio in treno da Roma a Foggia che, stretto nel suo completo di lino, tenta di leggere il Financial Times e Proust mentre i suoi compagni di viaggio schiamazzano, ridono e pensano a come rimorchiare in spiaggia. Lui che si sente un marziano e che viene completamente ignorato dai giovani. Il racconto ha suscitato numerose polemiche, in primis tra i giornalisti di Repubblica che in una nota hanno preso le distanze dall'articolo definito “classista”.

Del documento del cdr non c'è traccia sul quotidiano: il direttore Maurizio Molinari, evidentemente obbligato, si è rifiutato di pubblicare la nota. Ma in compenso ha fatto mettere in pagina il contro racconto del viaggio in treno Roma- Foggia compiuto dallo scrittore Paolo Di Paolo che sentenzia: "A Elkann sarebbe bastato un minimo slancio in più e un filo di insofferenza in meno e, da esperto intervistatore - da Moravia a Montanelli a una ragazzina di undici anni - avrebbe trovato materiale interessante. Scavare col pensiero in quel muro apparentemente invalicabile tra il suo abito stazzonato di lino blu e i loro cappelli con visiera: chi sono? Che cosa stanno pensando? Che cosa desiderano? Oltre quello che stanno dicendo a voce alta".

 

 

Durante il suo viaggio in treno lo scrittore ha percorso, "le carrozze in cerca di qualche abito di lino". "Lo trovo. Trovo", anche "piedi piazzati sui sedili, accese partite a carte, in cosiddetta seconda classe, e trovo copie di libri, che non avevo trovato in prima. E non c’era Proust, ma c’era un Roth e un Bret Easton Ellis". "Eccolo il meraviglioso condominio ferroviario in cui le distanze di classe si sfarinano; talvolta perfino i pregiudizi", continua lo scrittore. "L’elzevirista accigliato può incontrare il suo opposto, faticando ad accettarlo (su questo giornale, molti anni fa, a un Citati che inaspettatamente elogiava i “borgatari” che mangiano il gelato in centro, rispondeva un infastidito Malerba). L’incontro non è facile ma la curiosità è vitale; e ogni viaggio, ogni viaggetto è un’occasione per polverizzare l’abitudine". 

 

Dai blog