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Saviano e Bottura? Sallusti: senza senso del ridicolo, sono i Jalisse del Pd

Alessandro Sallusti
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C’è una nuova coppia che si sta imponendo nel vuoto della sinistra, quella formata da Roberto Saviano e Luca Bottura che si spalleggiano a vicenda per sostenere l’insostenibile e insultare chiunque si trovi a passare dalle parti della destra. Del primo, Saviano, sappiamo tutto, o meglio sappiamo che si spaccia, e viene spacciato, come un grande scrittore quando in realtà si tratta di un artista tipo Jalisse, quelli che nel 1997 vinsero il Festival di Sanremo con “Fiumi di parole” ma che poi non combinarono più nulla. Ecco, Saviano nel 2006 scrivendo Gomorra – libro best seller raccolta di articoli già pubblicati da altri - ha vinto il suo Sanremo e ancora vive, in tutti i sensi, di rendita. Dei suoi racconti successivi infatti non c’è traccia né nella storia della letteratura né nella memoria collettiva. 

Luca Bottura è invece un autore televisivo e radiofonico ed efficace battutista cinico e spietato ma talmente permaloso, da buon comunista, che non accetta che su di lui si faccia né ironia né critica perché apriti cielo, invece che con la satira, di cui è maestro, risponde con noiose argomentazioni che se le mettesse in scena gli spettatori scapperebbero a gambe levate. Ha avuto la sua stagione di gloria conducendo su RadioUno la trasmissione Forrest in cui spesso mi invitava perché anche un tocco di noiosità destrorsa non guasta, ma ora che è disoccupato la butta in politica stretta e il noioso è diventato lui. Di recente si sta concentrando a dimostrare, spalleggiato da Saviano, che Giorgio Almirante era uno spietato killer e che quindi Giorgia Meloni è una pericolosa e potenziale assassina, cosa che tradisce la sua vena satirica anche se questa volta non fa ridere. 

 

Vabbè, potremmo anche prenderla seriamente e parlare dei poveri cristi inermi seccati o fatti seccare (per davvero, è storia) dai sui mentori Togliatti, Pajetta e Longo e concludere che per questo anche Bottura è un assassino a piede libero, ma preferiamo che lui e Saviano continuino a fare i portavoce della sinistra che è tutto grasso che cola per la destra, portavoce con uno sviluppato senso dell’umorismo ma non del ridicolo. “Fiumi di parole” effimeri, proprio come quelli dei Jalisse.

 

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