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Purgatori morto, Mulè con la voce rotta dal pianto a Montecitorio

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La notizia della morte di Andrea Purgatori piomba anche a Montecitorio, provocando la commozione del presidente di turno di Montecitorio Giorgio Mulè. "Colleghi, prima di andare avanti comunico una brutta notizia all'assemblea - esordisce con voce rotta dall'emozione il deputato di Forza Italia -, perché è venuto a mancare un grande giornalista che era anche un amico e mancherà a tutti per il grande rigore e per quello che ci ha insegnato. Ci ha lasciato Andrea Purgatori".

 

 

 

Parole a cui è seguito un lungo applauso da tutto l'emiciclo, a conferma del rispetto e dell'affetto che anche il mondo politico nutriva per il grande giornalista che sia sul Corriere della Sera sia a La7, ha firmato alcune delle inchieste più urticanti e scomode, anche per il mondo dei Palazzi romani, dagli anni di Piombo alle stragi di mafia, dal giallo di Ustica (che contribuì a tenere "vivo", non facendo chiudere il processo confutando la tesi della bomba a bordo del Dc9 Itavia caduto in mare nel giugno 1980) alla sparizione di Emanuela Orlandi, con possibili agganci in Vaticano.

Fino a poche settimane fa, Purgatori ha condotto la serie di inchieste di Atlantide, su La7, che andrà in onda anche questa sera con una puntata dedicata alle stragi di mafia, nel giorno dell'anniversario della strage di via D'Amelio in cui nel 1992 ha perso la vita il magistrato Paolo Borsellino. Mulè parla anche da collega, in quanto vicedirettore di Panorama e direttore  di Studio Aperto.

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