Marina Berlusconi, gli insulti di Travaglio: "Rovinati da 40 anni"
Con ogni probabilità non vedeva l'ora, Marco Travaglio, di poter cannoneggiare su Marina Berlusconi come fatto per 20 anni abbondanti contro il padre, Silvio Berlusconi. All'indomani dell'intervista della primogenita del Cav sul Giornale, il direttore del Fatto quotidiano apre il suo editoriale con uno sfottò dichiarato: "Marina dice basta. Perbacco, roba grossa". Ma è solo l'inizio della colata di fango sulla presidente di Fininvest e Mondadori, "colpevole" di aver puntato il dito contro la Procura di Firenze che sta indagando sul fondatore di Forza Italia scomparso un mese fa per le stragi di mafia del 1993. Ovviamente, Travaglio difende a spada tratta le toghe.
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"La primogenita del noto pregiudicato da poco scomparso - è la lettura del direttore - manda un messaggio alla Meloni (e a chi altri?) perché 'riformi la giustizia' e la renda 'uguale per tutti' (prospettiva peraltro agghiacciante per il Gruppo, che con una giustizia uguale per tutti sarebbe rovinato da 40 anni). La signora naturalmente è libera di dire le scempiaggini che vuole, anche perché, a dispetto delle apparenze, è molto spiritosa. Ci vuole un bel sense of humour per essere a capo del maggior gruppo editoriale d'Europa e insultare i rari giornalisti che scrivono la verità sulle stragi chiamandoli 'complici dei pm' (complice, nella lingua italiana, è chi sta coi ladri, tipo i frodatori fiscali; nella lingua arcoriana, chi sta con le guardie)". Gli strali di Travaglio profumano di coda di paglia, ma tant'è.
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Dopo la consueta raffica di sentenze a uso politico, Travaglio affronta il tema della damnatio memoriae che secondo Marina guiderebbe i magistrati contro il padre. "Qui c’è un equivoco: la pena della Roma antica cancellava ogni traccia di un personaggio, come se non fosse mai esistito. Invece i pm cattivi e i giornalisti complici fanno di tutto per ricordare B. per quello che era: un frodatore, finanziatore della mafia e corruttore seriale. Se non lo fosse stato, la Marina non sarebbe presidente della Mondadori, scippata al legittimo proprietario De Benedetti da una sentenza comprata dagli avvocati di B. con soldi di B., che dovette poi pagare mezzo miliardo di danni".
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Quindi, Travaglio chiude la sua riflessione al veleno con quello che sembra un auspicio: "Forza Italia attende con ansia le letterine di Marina e Pier Silvio, che decidono persino chi deve succedere a Papi in Senato, come se avesse comprato e lasciato in eredità pure il seggio parlamentare. La Repubblica del Banana finirà solo quando tal Marina dirà 'Basta' e tutti risponderanno in coro: 'E chi se ne frega'". Ovviamente, ma questo il direttore non lo scrive, la speranza di Travaglio è che questo avvenga il più tardi possibile: sai quanti editoriali al curaro ancora?
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