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Filippo Facci, Sallusti: ma Pd e Sandro Ruotolo tacciono su Saviano e Fedez

Alessandro Sallusti
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Il tribunale del popolo ha emesso la sua sentenza: Filippo Facci, una delle più brillanti e originali penne del giornalismo italiano, firma di Libero, non può andare in Rai come previsto e deciso perché in un articolo su questo giornale si è concesso un gioco di parole sulla vicenda della presunta violenza sessuale che ha coinvolto il giovane La Russa. L’editto porta la firma dell’inquisitore Sandro Ruotolo, ex modesto giornalista alla corte di Michele Santoro oggi modesto politico alla corte di Elly Schlein, che l’ha nominato responsabile dell’informazione del Pd.

Ruotolo si chiede se «il comitato etico della Rai non abbia nulla da dire sul sessismo di Facci». Ora, che Ruotolo non fosse un genio era cosa nota, ma ogni volta che apre bocca arriva una conferma in tal senso. Non si capisce infatti cosa c’entri il comitato etico della Rai con un articolo pubblicato su Libero. Intendo che se la sua giurisdizione superasse il confine di ciò che viene detto in Rai saremmo in presenza non di un organo di controllo interno quale è ma di un soviet supremo dell’informazione italiana. Che come tutti i soviet si pronuncerebbe non in base a fatti oggettivi bensì a criteri di opportunità politica.

 

Mi spiego meglio. Al Pd non è passato per la testa neppure per un attimo di chiedere al comitato etico della Rai di escludere Roberto Saviano dalla prossima stagione televisiva - è previsto un suo programma - per aver detto su La7 che la presidente Giorgia Meloni «è una bastarda», cosa assai più grave e sessista di un gioco di parole mal riuscito di cui non solo, a differenza di Facci, non si è mai scusato ma addirittura vantato. E la censura non è scattata per Fedez che ha addirittura simulato in diretta un rapporto tra uomini sul palco di Sanremo, cioè in casa Rai. Ma soprattutto Sandro Ruotolo evidentemente non ha letto l’articolo di Filippo Facci, uno scritto tutt’altro che sessista. Mi correggo: è possibile che l’abbia letto ma proprio non l’abbia capito per pregiudizio certamente ma ancora prima per limiti di comprendonio, madre natura come noto non è generosa con tutti allo stesso modo.

In ogni caso una cosa è certa: il Pd non vuole Filippo Facci in Rai e ora alla Rai tocca scegliere: mettersi al servizio del Pd o dimostrare non dico l’indipendenza, sarebbe eccessivo, ma almeno un minimo sindacale di autonomia. Del resto c’è un precedente che dovrebbe fare scuola: avere mandato in onda anni fa Sandro Ruotolo.

 

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