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Massimo Cacciari, affondo contro i magistrati: "Un rapporto perverso"

 Massimo Cacciari

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Massimo Cacciari ha espresso la sua opinione sul “rapporto perverso” tra giustizia, politica e stampa. Negli ultimi giorni fiumi di inchiostro sono stati consumati per i casi della ministra Daniela Santanché, del sottosegretario Andrea Delmastro e del figlio di Ignazio La Russa. Le opposizioni hanno ovviamente colto la palla al balzo per cercare di indebolire il governo presieduto da Giorgia Meloni. 

 

 

“Sicuramente c’è un rapporto perverso - ha commentato Cacciari in un’intervista a Il Giornale - ma non c’è una responsabilità di una parte o dell’altra. Da un lato c’è una politica impotente, dall’altro c’è un’amministrazione della giustizia che tende a funzionare in maniera autoreferenziale. Ogni volta che si prova a prendere qualche decisione ci sono spinte conservatrici che bloccano ogni tentativo di riforma. Poi c’è il discorso della strumentalizzazione politica, che significa che ogni volta che c’è un’iniziativa penale contro la destra insorge la sinistra e viceversa. In sintesi, quando si cerca di combinare qualcosa la magistratura reagisce”.

 

 

Un chiaro riferimento alla riforma della giustizia del ministro Carlo Nordio: “Ad esempio non è ammissibile che la pratica delle intercettazioni prosegua nel casino degli ultimi decenni, determinando una violazione della privacy clamorosa e facendo sì che l’indagato diventi subito condannato, con la complicità dei giornali. Il fatto è che su un tema così difficile bisognerebbe intervenire su una base culturale comune e invece, soprattutto il centrosinistra, pensa sempre di poter utilizzare le indagini per danneggiare i propri avversari politici. Sicuramente c’è una strumentalizzazione delle inchieste”. 

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