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Testamento Berlusconi, bomba di Vittorio Feltri: "30 milioni a Dell'Utri? È stato in galera, quindi..."

Vittorio Feltri

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E venne il giorno dell'apertura del testamento di Silvio Berlusconi, un caso che aveva generato una incredibile attesa mediatica. E così, ecco che tra le scoperte relative all'eredità del Cavaliere, ci sono i 30 milioni di euro di lascito a Marcello Dell'Utri, l'amico di una vita. Lascito che ha scatenato il fronte avverso al Cavaliere, che si è subito prodigato in teorie temerarie e lesive nei confronti della memoria dell'ex premier. Ma tant'è.

E su quei 30 milioni, è stato chiesto un parere anche a Vittorio Feltri, direttore editoriale di Libero, il quale è stato interpellato a La Zanzara, il programma di Radio 24 condotto da Giuseppe Cruciani e David Parenzo. Come sempre, il direttore non ha usato giri di parole per commentare la scelta del fondatore di Forza Italia.

"Berlusconi e i 30 milioni a Dell’Utri nel suo testamento? Non me ne frega niente. Se gliel’ha dati avrà avuto i suoi buoni motivi, che tra l’altro sono noti a tutti. Il povero Dell’Utri è stato in galera, Berlusconi invece no, perché evidentemente la giustizia ha sbagliato mira e quindi chiaramente la gratitudine di Berlusconi si è tramutata in un atto notarile", ha rimarcato Vittorio Feltri.

 

E ancora: "Non me la sento di criticare nessuno anche perché Dell’Utri è molto malato e ciascuno coi propri soldi fa quello che vuole". Vittorio Feltri quindi aggiunge: "Nel suo testamento Berlusconi non mi ha lasciato nulla perché da lui ho avuto tutto prima, quindi non mi aspettavo niente dopo la sua morte. Berlusconi mi ha dato talmente tanto quando era in vita e ho lavorato con lui, che non posso che ringraziarlo", ha concluso il direttore.

 

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