Testamento Berlusconi, "piango da questa mattina". Le lacrime di Dell'Utri
"Piango da questa mattina". Marcello Dell'Utri è sconvolto dopo aver scoperto l'ultimo "regalo" di Silvio Berlusconi. Il suo amico da una vita, l'uomo con cui prima in Fininvest poi in Publitalia e infine in Forza Italia ha condiviso utopie, sfide, trionfi e dolori, nel testamento ha lasciato al manager siciliano 30 milioni di euro. Quasi una forma di compensazione, impossibile, per il dramma personale delle inchieste per mafia e per la pesante condanna a 7 anni di carcere che Dell'Utri ha vissuto proprio per la sua partecipazione alle vicende dell'ex premier.
Un più che generoso lascito. sia pure nell'enorme galassia finanziaria e immobiliare del patrimonio Berlusconi, che testimonia quanto l'elemento umano e sentimentale abbia sempre pesato nelle scelte del Cav. "Quando stamattina mi ha chiamato il notaio, sono rimasto choccato dalla notizia", ha spiegato Dell'Utri all'agenzia Ansa, che lo ha chiamato dopo aver pubblicato in esclusiva il contenuto dei documenti riservati di Berlusconi. "Non me lo aspettavo perché non mi doveva nulla. L'affetto rimaneva anche senza questo gesto materiale, che dimostra la grandezza dell'uomo". "Io ho dato tutto per lui e lui - ha aggiunto - ha dato tutto per me". Come conferma in fondo anche una frase, posta da Berlusconi a suggello delle sue disposizioni, per spiegare ai figli la decisione di lasciare 100 milioni al fratello Paolo e all'ultima compagna Marta Fascina, e 30 appunto a Dell'Utri: "Per il bene che gli ho voluto e per quello che loro hanno voluto a me".
"Da stamattina non ho fatto altro che piangere: non tanto per la cosa materiale ma per il gesto che dimostra la grandezza dell'uomo - prosegue commosso Dell'Utri -. Per me era come un fratello. Ci conoscevamo da oltre sessant'anni. Mi ha sempre aiutato. Anche all'università mi dava gli appunti. Lui vendeva gli appunti ciclostilati alla libreria Cortina ma a me li ha regalati". Quindi l'aneddoto sul loro primo incontro: "Un amico di Palermo che aveva studiato a Milano - ha aggiunto - mi ha dato il suo numero prima che partissi per l'università. Mi ha detto 'è un po' gasato ma bravo'. E quando l'ho conosciuto, ho subito pensato che era un fenomeno. Mi ha invitato a cena a casa sua. Era un personaggio unico e lo è sempre stato". A maggior ragion ora che se n'è andato, non prima di ricordare le persone più importanti della sua vita.