Sgarbi, Cristina Comencini diserta il Maxxi: cosa c'è davvero dietro
Chi è che non conosce quella battuta celeberrima del più antico dei film di Nanni Moretti, Ecce Bombo («Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?»). Beh, Moretti non faceva altro che riassumere il pensiero di una parte consistente dell'intellettualità di sinistra. E se volete trovare oggi, tra i viventi, l’emblema dell’intellettuale di sinistra vero, la persona che ha tutte le caratteristiche a posto e il pedigree perfetto, beh, dovete andare a bussare a casa di Cristina Comencini. Lei innanzitutto è donna. E questa è già una medaglietta. Poi, soprattutto, è femminista (perché se sei donna ma non sei femminista e ti limiti a batterti per i diritti delle donne senza citare i sacri testi, che donna sei?). Poi è la figlia di Comencini, regista di primissimo piano degli anni Settanta, comunista, autore del mitico Pinocchio televisivo.
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Ma soprattutto è madre. Madre di chi? Di Carlo Calenda, il mitico Calenda, il più moderno, il più fantasioso, il più anticonformista, il più giustamente altezzoso, esponente della sinistra italiana, metà Confindustria metà Lotta Continua e che porta la camicia bianca che come lui non la porta nessuno, nemmeno Gianni Riotta (gli piacerebbe a Riotta avere il fascino irresistibile di Calenda e di sua madre Cristina...). Bene, la signora Calenda, ieri, dopo aver ascoltato e riascoltato la frase di Moretti, ha stabilito che è molto meglio “non esserci”. Tisi nota certamentedi più. Vai dritta sull’homepage. Calcolo giusto e in fondo anche molto semplice. Provate ad immaginare quanto spazio avrebbe avuto sui giornali la presentazione della nuova opera letteraria di Cristina Comencini Flashback al Maxxi: zero o molto poco. Immagino che neppure il Fatto Quotidiano avrebbe trovato l’angolino per un trafiletto. Nemmeno sull’online. E invece ora donna Cristina è sulla homepage di tutti. Alle pagine di Repubblica, che ha accolto a braccia aperte il suo sfogo, la Comencini ha dichiarato che non andrà a fare la sua conferenza al Maxxi perché Sgarbi ha detto le parolacce.
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Per la precisione «Non me la sento più di andare», ha specificato la scrittrice, «dopo aver sentito un sottosegretario alla Cultura parlare in quel modo delle donne». Ohhhh. Tutti a bocca aperta. Fantastica questa Comencini. Grandiosa questa Comencini. Lei sì che è davvero di sinistra. E che rappresenta tutti noi. E che difende la virtù,. Come altro la posso chiamare? La virtù. Il suo ragionamento è stato semplicissimo: «Quello ha detto le parolacce? Io gliela faccio pagare cara. Non vado al Maxxi...». Anzi colgo l’occasione - deve aver pensato- per dare una stoccatina pure a Berlusconi che ci sta sempre bene: «Perché è in quanto istituzione che è stata commessa l’offesa. Anche quando denunciavamo il comportamento di Berlusconi con “Se non ora quando”, lo chiamavamo sempre “il Presidente del Consiglio”». Mi dicono che da ieri, quando un trafelato impiegato del Maxxi gli ha portato la notizia, il povero Giuli, direttore del Maxxi, non dorme più. Pensa solo a quello: e ora come faccio senza la Comencini? E chi chiamo? A chi mi rivolgo? Chi prego? Ha pensato ad Anna Magnani. Ma gli hanno detto che non c’è più. Allora Eva Kant, ma gli hanno detto che è un personaggio della fantasia. Alla fine gli è venuta l’idea geniale: Boldrini! E quella, magari, pure ci stava, ma poi ha pensato che se portava la Boldrini la sala restava deserta. E ora? Alla fine Giuli ha chiesto a Sgarbi se torna lui, che forse è meglio.