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Vittorio Feltri, la protesta contro gli affitti? È estate e i "tendini" vanno da mamma

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Siamo stati studenti e conosciamo benissimo le debolezze della categoria. La quale è convinta di essere più avanti degli adulti a cui cercano di imporre idee balzane. Chi ha vissuto il Sessantotto ne sa qualcosa. In quegli anni i ragazzi erano quasi tutti di estrema sinistra e imponevano le loro idee malsane perfino con la violenza. Organizzavano ogni settimana dei cortei e se vedevano un uomo maturo che aveva in tasca la Notte, un quotidiano del pomeriggio considerato di destra, lo sprangavano: botte in testa fino a tramortirlo. Non paghe, le nuove leve agli inizi decisero di menare i professori, poi misero in piedi le Brigate rosse e Prima Linea la cui specialità era quella di gambizzare e spesso uccidere i cosiddetti borghesi. Il massacro durò alcuni anni, poi si stancarono di spargere sangue e finirono al Rotary. Molti diventarono dirigenti, altri giornalisti, altri professionisti in vari rami.

 

 

Il mondo giovanile non è molto cambiato, in alcuni casi è leggermente peggiorato. Basti pensare alla movida, alle guerre fra bande, agli accoltellamenti e alle varie stupidaggini che hanno influenzato il costume. L’ultima trovata degli universitari milanesi è recente. Hanno organizzato davanti agli atenei delle tendopoli per protestare contro l’aumento spropositato degli affitti. In effetti monolocali e bilocali costano un botto specialmente nel centro cittadino. Questo impone l’esborso di cifre che pochi ragazzi di provincia e le loro famiglie sono in grado di versare. Un tempo noi che venivamo a studiare a Milano provenienti da Bergamo, Brescia o Varese facevamo senza protestare i pendolari, un’ora di treno la mattina e un’ora alla sera per rincasare. Era la norma. Oggi i signorini odiano salire sui convogli e pretendono che qualcuno provveda a garantire loro un alloggio a prezzo conveniente, ignari che l’ammontare delle pigioni lo stabilisce il mercato e non il Comune o la Regione.

 

 

Ecco perché hanno deciso di manifestare con la pagliacciata delle tendopoli, tesa a ottenere dalle istituzioni la possibilità di abitare in quartierini di proprietà pubblica a tariffe modiche. Per alcune settimane della faccenda si sono occupati i mezzi di informazione intervistando con simpatia gli attendati, i quali si sono così persuasi di conseguire ciò che pretendevano. Ma dopo un po’ i campeggiatori sono scomparsi dai quotidiani cartacei e televisivi, convinti che la protesta giovanile fosse del tutto velleitaria. Oggi non solo non parla più nessuno di loro, ma sono scomparse pure le tendopoli nonostante che gli studenti avessero giurato di continuare la loro manifestazione clamorosa fino a vittoria ottenuta. Tutti sono andati in vacanza dove si accorgeranno che la vita è cara anche al mare. Gli eroi del Sessantotto avevano se non altro la testa più dura. 

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