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Paola Belloni demolita: "In tribunale per Saviano. Ma prima...", chi smaschera lady Schlein

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Giacca, tailleur e occhiali neri. Paola Belloni, compagna di Elly Schlein, forse non avrà chiesto consiglio alla armocromista di fiducia della leader del Pd (che, per inciso, si chiama Enrica Chicchio, è sua amica e le ha consigliato la fotografa per lo scatto "posato" pubblicato sul proprio profilo Instagram) ma di sicuro con l'immagine ci sa fare eccome. E non è un caso, forse, che da un lato si lamenti della scarsa privacy, in relazione alla propria relazione con la Schlein scodellata da uno scoop di Diva e Donna, e poi con poche e puntuali mosse riesca sempre a conquistarsi una bella fetta di visibilità. 

 

 

 



Sui social, dov'è sbarcata in contemporanea con la pubblicazione della notizia del suo legame con la neo-segretaria democratica, sia in pubblico. Su Instagram, come nota il Giornale, la Belloni pubblica pochissime foto ma significative. Una di queste è con Michela Murgia, che affianca nella sua battaglia a favore di Roberto Saviano. Poche ore fa, il post con cui pubblicamente si schiera con l'autore di Gomorra, a processo per diffamazione contro la premier Giorgia Meloni definita "bast***a".

 

 

 

"Sono una lettrice di Roberto Saviano da 17 anni - scrive la Belloni in una Story -. In questo lungo tempo ho assistito alla raccolta firme contro, alle fake news, alla macchina del fango, alle shitstorm organizzate sui social che negli anni si son fatte esercito. Saviano, il più grande intellettuale che abbiamo in Italia, oggi è anche alla sbarra". Al di là della definizione opinabile dello scrittore campano, resta il peso della discesa in campo di Lady Schlein, fotografatissima in piazzale Clodio: è andata in aula insieme alla Murgia, per sostenere Saviano. E avrà senz'altro condiviso le parole dell'amica scrittrice sarda contro la premier: "Appena sente la parola cultura questa destra mette mano alla querela".

 

 

 

L'insulto, insomma, non conta, così come non conta dare alla Meloni (che all'epoca non era nemmeno al governo) la responsabilità dei migranti morti in mare, in diretta a Piazzapulita su La7. L'importante è veicolare il messaggio contro il governo fascista e censore. Usare la propria posizione di personaggio pubblico e il codazzo di paparazzi e fotografi. E lamentarsi quando lo stesso codazzo si interesssa alla propria vita che privata non lo è più tanto. Per scelta, evidentemente.

 

 

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