Saviano contro Meloni e Salvini in tribunale: "La mia è una valutazione precisa, disprezzo"
Roberto Saviano rincara la dose. Allo scrittore non basta essere a processo per aver dato dei "bast**" a Giorgia Meloni e Matteo Salvini. "Se qualcuno ti querela deve dire davanti al giudice per cosa si duole. Trovo l'atteggiamento molto fragile", ha detto interpellato dai cronisti a margine dell'udienza che lo vede imputato di diffamazione ai danni dell'attuale premier. Il motivo? La deposizione in aula di Meloni, parte civile nel procedimento, è stata esclusa dal giudice monocratico.
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"La mia è stata una valutazione molto precisa - ha proseguito lo scrittore -, cioè il disprezzo verso persone che dinanzi alla morte in mare, usavano quei termini. Quando vedo quella madre del servizio a Piazza Pulita che dice 'lost my baby' io dico: 'bas*** come avete potuto? Come avete potuto permettere in questi anni questi toni? Questo odio verso persone come questa donna che ha appena visto il bambino affondare e affogare? Quindi la mia è stata certamente una dichiarazione emotiva, ma anche razionale".
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Insomma, Saviano non riesce a mandare giù l'ennesimo boccone amaro. Dopo aver accusato l'attuale presidente del Consiglio di essere assente in Aula, ha dovuto fare i conti con il giudice. Eleonora Calevi ha respinto la richiesta della difesa di sentire Meloni come teste. "È necessario sentire dalla viva voce della querelante - aveva chiesto in aula l'avvocato difensore di Saviano - in ordine alla percezione della valenza diffamatoria, per chiarire la sua percezione". Una testimonianza "superflua" invece secondo i legali di Meloni e secondo il giudice.