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Putin, la profezia di Sergio Romano: "Sostituito da uomini con biografie oscure"

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Che fine ha fatto Vladimir Putin? I video che lo vedono apparire in pubblico dopo il tentato golpe non convincono e c'è chi afferma sia sparito. Si tratta di Sergio Romano. Chi meglio di lui, già ambasciatore in Unione Sovietica e grande conoscitore della Russia, può fare un punto della situazione? E così è Romano a spiegare che il presidente russo "non è più solo al comando". A suo dire lo confermerebbe la rivolta del gruppo Wagner guidato da Prigozhin. "Una volta di più - spiega sulle colonne del Giornale - è emersa la grande complessità dell’architettura di potere russa, in cui ora un elemento fondamentale sono i militari e a fianco di questi le formazioni mercenarie, armate come un esercito regolare".

 

 

Non a caso secondo Romano Prigozhin è tutt'altro che fuori dai giochi, "con lui dovremo fare i conti in futuro. Quel che sta prendendo forma è un processo che deve portare la Russia a pensare cosa vi sarà dopo Putin: qualcosa su cui fino ad ora si è riflettuto poco". E proprio sulle sorti del Paese dopo lo zar si sofferma l'ex ambasciatore, preoccupato che "la Russia corra il rischio di ulteriori spaccature nel futuro sviluppo del dopo Putin".

 

 

Molto dipenderà dal fattore umano, ossia la tendenza che si presenta quando un ceto politico declina. Tradotto: ciò che lo sostituisce è "costituito o da figure provenienti dalle retrovie o da uomini che hanno alle spalle biografie oscure". Anche se - conclude - "esistono strutture in Russia come l’esercito e l’industria energetica che mantengono grandi poteri. E un dopo Putin può anche prepararsi con l’attuale presidente in carica".

 

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