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Vauro Senesi, ecco come fa soldi il comunista: senza vergogna

 Vauro Senesi

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Un residuato bellico della Guerra fredda. Questo è oggi Vauro Senesi, il vignettista più spostato a sinistra di tutta la stampa italiana. Ma la sua satira, fuori dal tempo e ancorata alla dialettica comunismo-fascismo, è ancora capace di far male per quanto è impregnata di veleno e miopia. "Matita carogna e vignette bastarde", lo descrive così Luigi Mascheroni nel suo ritratto al veleno sul Giornale. "Sempre pericolosamente in bilico fra satira e cattivo gusto, più sbilanciato verso il secondo che la prima, è stato condannato per vilipendio a causa di una vignetta su Gesù", il vignettista oggi al servizio di Marco Travaglio sul Fatto quotidiano e dell'amico Michele Santoro per il suo progetto digitale, "è stato sospeso dalla Rai per un’altra (vignetta, ndr) sui terremotati dell’Aquila. Ha attaccato Mattarella. Ha fatto della sua Papeide su Wojtyła un business. Ha ritratto Zelensky col nasone adunco – l’antisemitismo senza limitismo – ma soprattutto ci ha lasciato un monumentale Codice Atlantico con disegni, caricature e vignette di Matteo Salvini, il suo soggetto preferito, declinato in tutti i fascismi possibili; di Silvio Berlusconi, al quale però in fondo ha voluto bene, tanto da volergli dare un bacio in bocca per ragioni di geopolitica ucraina; e con particolare fantasia anche della Meloni: l’Ur-fascismo in matita nera".

 

 

 

E qui le cose note a molti, se non a tutti i lettori di quotidiani o semplici telespettatori, visto che Vauro è assai amato dai salottini politici del piccolo schermo essendo portatore sano di polemica sguaiata e qualche sano scaz***o, come quello memorabile con la penna del Corriere della Sera Fabrizio Roncone ("Non sarà che lei è un po' fascista?", lo provoca il giornalista a L'aria che tira, su La7, con Senesi che ribatte "non sarà invece che lei è un po' cog***e?", lasciando lo studio di gran carriera). Ma Mascheroni ricorda anche un altro dettaglio, succoso e che pochi conoscono, che descrivono bene quanto le posizioni ideologiche di Vauro siano abbastanza particolari.

 

 

 

A fronte di un curriculum da "comunista così" ("Ha fatto parte del comitato centrale del Partito dei Comunisti italiani di Cossutta e Diliberto, poi ha sostenuto la Rivoluzione civile di Ingroia, quindi ha fatto fronte con Potere al Popolo!, ha flirtato con la Lista Tsipras e infine votato De Magistris..."), anti-capitalista convinto, fan sfegatato di Fidel Castro e Maduro, anti-americano di ferro, eppure... "Le vacanze nostalgiche le lascia ai vecchi militanti e lui va con la famiglia a New York - sottolinea Mascheroni -. Bello l’anticapitalismo, discriminante minima per chi si dice comunista, però le tue vignette, caro Vauro-«No big tech»-Senesi, le vendi a 130 euro a botta su Etsy.com. Fare il socio con le multinazionali degli altri". Capitalismo cinese, diciamo. 

 

 

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