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Vittorio Feltri, appello a Giorgia Meloni: "Cancella l'esame di maturità"

Vittorio Feltri
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Quando fu introdotto l’esame di Maturità era il 1923, voluto e sponsorizzato in pieno fascismo da Giovanni Gentile, la testa più fine dei mussoliniani. Io venni al mondo venti anni dopo e non so che cosa avesse spinto il filosofo a promuovere la sua iniziativa. Ma oggi, a un secolo di distanza dall’inizio della tortura inflitta ai liceali in genere che stanno per terminare le superiori, mi sono accorto che si tratta della cosa più inutile imposta agli studenti. La mia è soltanto un’opinione, ma provo a motivarla. Dato che nelle scuole esiste l’istituto della bocciatura per i ragazzi più scarsi, va da sé che se un allievo è approdato, più o meno brillantemente, alla fine del corso che poi dà diritto ad accedere all’università, non ha bisogno di dimostrare di non essere cretino superando la cosiddetta Maturità. Infatti se un giovane è deficiente non arriva all’ultimo anno delle medie superiori, ma viene respinto durante il percorso degli studi.

 

 


Pertanto chi riesce a concludere il quinquennio vuol dire che di sicuro può diplomarsi senza dover superare l’esame attualmente conclusivo. I professori, siano bravi o meno, sono in grado di capire che un proprio alunno se è giunto in fondo al liceo o a un istituto tecnico significa che è idoneo a essere licenziato, senza obbligarlo ad affrontare il calvario dell’ultimo esame. Chi si occupa di faccende scolastiche questo concetto dovrebbe capirlo. Invece i ministri dell’Istruzione sono convinti che chi ha percorso l’intera autostrada didattica, per uscire dal casello debba sostenere una prova totalmente inutile, diciamo superflua per le ragioni sopra esposte. Oggigiorno i ragazzi non leggono un quotidiano nemmeno sotto la minaccia di un’arma da fuoco, raramente hanno letto un libro che non sia contemplato nel programma didattico. Poi la mattina dell’esame di maturità devono scrivere un tema scegliendo l’argomento tra quelli proposti dal ministero.

 


Di norma gli esaminandi prediligono quello definito d’attualità. Che non conoscono se non attraverso la televisione oppure il computer. Ovvio che scrivano delle banalità che non servono a capire se sono all’altezza, al massimo si può intuire se sono alla bassezza. Trattasi con tutta evidenza di una prova utile soltanto a produrre ansia a chi è costretto a sostenerla. Agli studenti premono i voti più o meno guadagnati durante l’anno scolastico e quando sono riusciti a concludere il ciclo dei cinque anni non meritano di dover saltare anche l’ultimo ostacolo privo di senso logico. Chiedo al governo guidato da Giorgia Meloni di dare un colpo di spugna sulla Maturità fidandosi della valutazione degli insegnanti che hanno seguito per anni i loro allievi giudicandoli idonei a terminare la loro lunga fatica tra i banchi che hanno frequentato.

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