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Gazprom, le brigate-Putin: ecco i nuovi eserciti privati dello Zar

Nicolai Lilin
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Ad aprile Evgenij Prigozhin, il capo dell’agenzia privata militare russa Wagner (quella che ha combattuto per la conquista di Bakhmut) ha condiviso uno dei suoi soliti video scandalosi suscitando non poche polemiche in Russia. Noto per il suo modo molto schietto e poco diplomatico di affrontare la realtà, Prigojin ha toccato un tema che per molto tempo era rimasto una specie di tabù nell’ambiente militare russo, ovvero l’esistenza di compagnie militari private che, anche se per le loro dimensioni e collegamenti con i poteri militari non possono fare concorrenza alla sua agenzia (la Wagner di fatto rappresenta una branca informale della GRU, servizi segreti militari russi), comunque hanno strutture imponenti e in questo momento sono presenti sul territorio dell’Ucraina dove svolgono missioni con discreto successo e facendo poca pubblicità mediatica (in differenza dalla Wagner).

 

 


In particolare “il padrone di Bakhmut” come hanno soprannominato Prigozhin nell’ambiente militare russo, ha tirato parecchie frecciatine nell’unita dei mercenari, tutti ex membri delle forze speciali russe, finanziate da Gazprom, denominata “Potok” (che starebbe per “corrente”).  Probabilmente a Prigozhin non piace la concorrenza, oppure lui vuole essere il monopolista del settore privato nella guerra ucraina, possiamo solo ipotizzare sul motivo che lo ha spinto di approfondire la questione dei mercenari tra le fila dei russi. Però il tema da lui sollevato non è ancora stato sufficientemente approfondito dagli analisti che osservano il conflitto ucraino. Peccato, perché non è un tema di secondaria importanza. Anzi.


COMPAGNIE DI VENTURA In realtà, a parte l’agenzia Wagner che ormai conosce tutto il mondo grazie alle notizie che per lunghi mesi ridondavano con l’eco terrificante dal tritacarne di Bakhmut, tra gli schieramenti russi esistono parecchie agenzie private composte da operatori di alto livello di preparazione per i quali la guerra è nient’altro che un mestiere.  Quasi tutte le società russe che operano a livello serio nelle “zone calde” - per esempio, in Iraq o nel continente africano - hanno le loro strutture paramilitari abbastanza serie. Ovviamente ufficialmente queste strutture vengono inviate nei Paesi in fase di guerra per garantire «la sicurezza» agli obiettivi che per la Russia rappresentano l’interesse strategico ed economico. In questo modo la loro presenza in un Paese di destinazione è spesso più facile da negoziare con le autorità locali rispetto alle unità dell'esercito russo. E un’altra spiegazione che sembra più una scusa, è che il Ministero della Difesa russo non deve "sparpagliare" le proprie risorse su decine di località diverse, distaccate tra loro, con gli aspetti della logistica totalmente disparati.

 

 

Ad esempio, l’agenzia privata fondata dal gigante russo del gas Gazprom, che il colosso energetico russo ha reclutato tra i migliori elementi delle truppe d’élite russe, sostiene a proprie spese interi "battaglioni di volontari" nel Donbass, che tanto volontari non sono. Il battaglione fa parte di una rete di formazioni militari semi-indipendenti che si sono moltiplicate grazie agli sforzi militari dei russi in Ucraina. Prigojin ha tracciato la nascita e la formazione del battaglione Potok e di un altro battaglione affiliato a Gazprom chiamato Fakel (torcia). Queste unità composti da operatori attentamente selezionati e a numero ridotto hanno iniziato a rivaleggiare in alcune situazioni con il gruppo Wagner. Gazprom non ha mai riconosciuto alcun coinvolgimento nella formazione di battaglioni di volontari.  Negli anni precedenti, l'azienda aveva cercato di proiettare un'immagine aziendale tradizionale occidentale sui suoi partner commerciali in Europa, assumendo impegni ambientali, sociali e di governance e promuovendo il suo nome negli stadi di calcio attraverso la sponsorizzazione della UEFA Champions League. Sebbene l’anno scorso siano state imposte sanzioni all’azienda, i suoi flussi di gas verso l’Europa non subiscono restrizioni all’esportazione, anche se i volumi sono diminuiti drasticamente.

 

 

 

L’impegno di tali unità private consente alle autorità russe di risparmiare risorse federali, aumentando al contempo il numero di formazioni militari russe in Ucraina. La creazione di queste unità militari è un modo per gli uomini d’affari e le aziende di dimostrare la loro “lealtà” a Putin e la fedeltà al suo sistema. Gazprom è il cuore dell’economia russa ed è un obiettivo ovvio per l’esercito russo, che cerca di aumentare il numero degli effettivi. L’azienda è controllata dallo Stato, impiega quasi mezzo milione di persone e il suo servizio di sicurezza ha uffici in tutto il Paese.


YAKOVENKO - Per comprendere il senso dell’operato delle agenzie private basti osservare una singola storia di un tale Yakovenko, ex membro dei reparti VDV (paracadutisti russi) originario di Kabardino-Balkaria. L’uomo lavorava come guardia di sicurezza alla Gazprom, ha compiuto parecchie missioni all’estero. Si è offerto volontario per il battaglione Potok impegnato nella guerra in Ucraina, perché arruolarsi in quella struttura gli avrebbe permesso di arrivare in prima linea senza perdere il lavoro ben pagato. Yakovenko tuttavia è rimasto ucciso in battaglia vicino a Bakhmut il 24 aprile di quest’anno. L’azienda Gazprom ha pagato le spese del suo funerale, così come un premio assicurativo importante nonché la pensione aziendale che hanno già ricevuto i suoi famigliari. Così questa scomparsa non peserà in alcun modo sulle casse dello Stato russo. 
Anche se la presenza delle agenzie private di Gazprom in Ucraina è confermata dalle ampie testimonianze e anche dai foto e video materiali, il portavoce di Gazprom, Sergey Kupriyanov, non ha voluto rilasciare le dichiarazioni su questo tema. Anche il ministero della Difesa russo non si è mai espresso a tal proposito. Il reclutamento per i battaglioni è iniziato nell’agosto dello scorso anno. Un altro battaglione formato da Gazprom è il Fakel.
La televisione di Stato russa ha visitato il battaglione Fakel. Tuttavia, nel servizio mandato in onda non viene menzionato alcun collegamento con Gazprom, a eccezione di alcuni messaggi video postati sul gruppo (Telegram) di Fakel nella tarda serata del 31 dicembre 2022. 


CONCORRENZA IN CAMPO - La proliferazione di battaglioni di volontari ha iniziato a preoccupare Prigozhin, capo della più grande e nota compagnia militare privata russa, Wagner. Ad aprile, ha pubblicato un video in cui rimproverava i rivali che, secondo lui, cercavano di rubargli la fama - e i finanziamenti. Prigozhin ha citato Potok e Fakel nella sua dichiarazione e ha affermato che questi gruppi poco conosciuti volevano “diluire Wagner” in modo da non avere «una grande forza che possa giocare un ruolo nella politica interna». «Tutti dicono che a un certo punto ci sarà una lotta per il potere e che ognuno avrà bisogno di un proprio esercito. Quando arriverà il momento, arriverà un “padrone" che metterà rapidamente in ordine le cose». Diversi piccoli battaglioni, come Potok, a quanto pare, proliferano sotto l’ombrello di una più grande compagnia militare privata, la Redut, rivale di Wagner, che in passato ha fornito personale per proteggere gli interessi russi in Siria. Redut ha circa 7.000 soldati e ha partecipato a operazioni nei pressi di Kiev e Kharkiv. Quindi è opportuno presumere che la Wagner ha dei rivali in Russia. Non così noti come l’organizzazione di Prigojin, ovviamente, ma comunque presenti e ben organizzati. E a qualsiasi monopolista non piace avere concorrenti. Soprattutto con sponsor dalle tasche senza fondo come Gazprom. Interessante, naturalmente, è il campo dell’informazione russa. Molte cose devono essere raccolte un po’ alla volta, anche setacciando la propaganda, per comprendere la strutturazione essenziale del potere. Ma forse in questo la Russia non è tanto diversa da altri grandi paesi del mondo moderno. 

 

 

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