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Marco Travaglio accecato dall'odio: "Il delitto che Berlusconi ha commesso da morto"

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"Porco è diventato bello" diceva Marco Travaglio nel giorno in cui il mondo intero piangeva la morte di Silvio Berlusconi. E oggi, in attesa dei funerali di Stato, non è da meno. Nell'edizione di mercoledì 14 giugno, il Fatto Quotidiano rincara la dose con un editoriale intriso di insulti. "Agli innumerevoli delitti commessi da vivo, B. ne ha aggiunto un ultimo da morto. Il più imperdonabile: averci lasciato questa corte di vedove (non le due vere e quella finta: tutte le altre), prefiche, leccac***i, para**li, piduisti, terzisti, parassiti, prosseneti, camerieri, servi sciocchi e soprattutto furbi che da due giorni lacrimano per finta (solo lui riusciva a piangere davvero a comando) a reti unificate, devastando quel po’ di informazione e di dignità nazionale che gli erano sopravvissute". E questo è solo l'esordio. 

 

 

Sì, perché Travaglio getta nel tritacarne Mediaset, il Corriere della Sera e chi più ne ha più ne metta. La loro colpa? Omaggiare il quattro volte presidente del Consiglio. " L’ex direttore del Corriere Paolo Mieli si pente in diretta dell’unico scoop della sua vita, sull’invito a comparire del ’94 a B. per le mazzette alla Guardia di Finanza, accusa i pm di non averlo torchiato a dovere per estorcergli le sue fonti che lui avrebbe senz’altro spiattellato in barba alla deontologia professionale". Poi ecco Renzi, da lui definito "un Berlusconi che non ce l’ha fatta" e che "saltella da una rete all’altra per leccare la bara a distanza, sperando di ereditare qualche briciola dal desco del caro estinto".

 

 

Non mancano critiche a Claudio Cerasa che "dipinge sul Foglio col pennino intinto nella bava il leader più estremista e populista mai visto in Europa come 'argine all’estremismo e al populismo'". Insomma, "tutti ammantano le pompe funebri di 'rivoluzione liberale' che 'ha cambiato l'Italia', anche se si scordano le 60 leggi ad personam e non riescono a citare uno straccio di sua riforma che abbia migliorato la vita di qualcuno che non fosse lui".

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