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DiMartedì, sfregio-Di Cesare: "Berlusconi? Umiliazione istituzionalizzata delle donne"

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Non crede nella memoria condivisa la professoressa Donatella Di Cesare. Almeno per quanto riguarda Silvio Berlusconi. La filosofa, ospite di Giovanni Floris su La7, dichiarandosi allarmata per "questo modo acritico di guardare i tanti Berlusconi" non ha difficoltà a mettersi "in quella parte degli italiani che in questo momento hanno delle forti perplessità non solo sul lutto nazionale, ma anche sul modo in cui tra ieri e oggi viene beatificato il leader di Forza Italia" . 

 

 

La prof Di Cesare confessa di essersi chiesta, come donna, cosa sarebbe stata l'Italia senza il fondatore del partito azzurro. Poi condivide la risposta che si è data come filosofa: "Sarebbe stato un Paese molto più progredito perché io non posso dimenticare l'umiliazione istituzionalizzata delle donne", la spara grossissima. "Non posso dimenticare tutto quello che come donna e donne abbiamo vissuto in Italia", insiste descrivendo un episodio clou. "Non dimentico quando Berlusconi ha detto a Rosy Bindi: Sei più bella che intelligente". "Questo anti intellettualismo, questo modo di guardare la donna non è un fatto privato, è una faccenda politica", puntualizza Donatella Di Cerase. "Con Berlusconi le donne sono state in disparte e non hanno avuto un ruolo nello spazio pubblico se non come veline", conclude con un ultimo schizzo di fango.

 

 

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