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Pablo Picasso, morta la sua ex: come ha fatto crollare le quotazioni dei dipinti

Luca Beatrice
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La sola donna che ebbe il coraggio di lasciare Pablo Picasso gli è sopravvissuta mezzo secolo. Françoise Gilot è scomparsa ieri a New York a 101 anni, un’esistenza persino più lunga di quella del compagno (morto a 93) cui diede due figli, Claude e Paloma. Dopo l’addio al pittore, Gilot sposò nel 1955 un altro artista ma meno famoso, il vetraio Luc Simon che lascio nel 1962 dopo la nascita di Aurelia. La terza volta andò meglio: con lo scienziato Jonas Salk, ideatore del vaccino antipoliomelite, rimasero insieme fino alla morte di lui nel 1995.

Passata alla storia la fotografia che nel 1948 scattò Robert Capa in Costa Azzurra, l’anziano Picasso protegge con un parasole la giovane donna che aveva conosciuto nel ’43, quando lui aveva sessant’anni e lei quaranta di meno. Fin da ragazza Françoise, nata a Neuilly-su-Seine nel 1921, nutriva la passione per la pittura, anche se la famiglia borghese avrebbe preferito di gran lunga la carriera da avvocato. L’incontro con Picasso non può non averne influenzato lo stile e lui, come altre volte era accaduto, all’inizio blandisce, incoraggia, poi si stanca, diventa critico, osteggia, affermando che un pittore in casa basta e avanza, soprattutto se porta il suo nome.

STILETTATE E MENZOGNE
Rispetto ad altre donne meno fortunate che non riuscirono a reggerne la personalità davvero complessa e difficile - la storia riporta i suicidi dell’amante Marie Therese Walter e della seconda moglie Jacqueline Roque, scomparsa però dopo la morte dell’artista, i gravi problemi psichiatrici della ballerina Olga Khokhlova e della “musa” nonché pittrice Dora Maar - Gilot ha il coraggio di lasciare il marito nel 1964 e, subito dopo, di pubblicare il libro “revenge” Vita con Picasso (in Italia edito da Donzelli) dove si prende parecchie rivincite usando la tecnica del dileggio e mettendo in piazza fatti privati sui quali Picasso invece era davvero riservato.

Secondo uno dei biografi ufficiali del malagueño, Patrick O’Brien, il testo di Gilot contiene un cumulo di sciocchezze e maldicenze; d’accordo, Picasso non era un santo bensì un incallito donnaiolo, però le donne che stavano con lui ne traevano indubbi vantaggi economici, di stile di vita e di divertimento, ma a Françoise, che avrebbe voluto continuare a sviluppare la sua pittura, non importa, ancora sposati di fatto non stanno più insieme, ognuno con le proprie storie, però il cattivo è uno solo. Nei momenti migliori lei fu la modella di Picasso, come nel dipinto “La Joie de vivre”, e anche di Matisse, mentre dal punto di vista artistico i suoi quadri non brillano per originalità e non possono fare a meno di subire l’influenza di chi le sta a fianco.

CELEBRATA DAL #METOO
Nel processo postumo al misogino, prevaricatore e coercitivo Picasso, il libro testimonianza di Françoise Gilot ha dato una grossa mano per mettere in cattiva luce il più geniale artista del ’900 e lei, da pittrice pressoché dimenticata, si è trasformata in un’eroina del #metoo. Pare che all’abbassamento delle quotazioni sul mercato non sia affatto estraneo il dibattito su “possiamo ancora celebrare Picasso?” nella nostra epoca intollerante e perbenista, e persino gli omaggi per il mezzo secolo dalla morte non sono stati così magniloquenti come in altri tempi ci saremmo aspettati. Anche se il ministro della cultura spagnola si è detto inorridito per questo trattamento, i prezzi risultano in proporzione i più bassi degli ultimi anni.

I dati dicono che nel 2023 sono state vendute all’asta opere per 97.241.217 dollari (88.797.558 euro) contro i 511.143.166 del 2022, i 667.164.384 del 2021 e i 242.985.101 del 2020 durante la pandemia. Quest’anno sono stati offerti 1.798 lotti e ne sono stati battuti solo 994, solo il 55,2%. Pensare che un Picasso debole sul mercato sia una conseguenza della pessima luce in cui è finito non può essere un fatto automatico, eppure dà da pensare su quanto oggi il giudizio estetico risulti condizionato da fattori moralistici. Chissà che la morte dell’acerrima nemica Françoise Gilot (in sua presenza era vietatissimo nominare Picasso, sennò ti cacciava di casa) e con il dente avvelenato fino all’ultimo, non rimetta le cose a posto: Picasso sì un pessimo compagno ma il più grande di tutti, Gilot una brava ragazza, un’ottima mamma e una pittrice alquanto modesta.

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