Carlo De Benedetti sfregia Giorgia Meloni: "Una follia"
Tra le poche certezze che abbiamo nella vita, c'è l'intervento da Dogliani di Carlo De Benedetti. Puntuale come le tasse, ecco che l'editore di Domani dice la sua del festival della Tv di Dogliani, arrivato alla sua 12esima edizione e che va in scena a Cuneo, insomma nelle terre dell'Ingegnere.
E che fa, CdB? Scontato: attacca Giorgia Meloni e il governo. In particolare, nel mirino dell'ex editore di Repubblica, ci finisce il progetto di riforma costituzionale sulla quale ragiona l'esecutivo. De Benedetti usa toni caustici, apocalittici, per descrivere le presunte minacce che simile piano riserverebbe al nostro paese.
"Speriamo non sia ultimo anno di Repubblica parlamentare anche se c'è chi vorrebbe così, come il nostro primo ministro", ha premesso l'Ingegnere da Dogliani, dove ha colto l'occasione per presentare nuovamente il suo ultimo libro, dal titolo Radicalità: il cambiamento che serve all'Italia. Secondo De Benedetti, "c'è determinazione da parte della Meloni, dichiarata anche in campagna elettorale, di voler cambiare governance a questo paese - ha continuato -. È una follia perché se c'è una cosa che funziona è la presidenza della Repubblica".
E ancora: "Sergio Mattarella è il miglior presidente che abbiamo avuto, ha navigato in questi dieci anni in modo straordinario. Ha gestito con equilibrio e saggezza situazioni imbarazzanti. Se si pensa che ha fatto ministro Di Maio che aveva chiesto l'impeachment". "Auguriamoci che Mattarella duri e l'istituzione della presidenza della repubblica duri", ha rimarcato De Bendetti.
Quindi l'Ing "coccola" i movimenti ambientalisti, Ultima Generazione ed ecoteppisti assortiti: "Dobbiamo avere coscienza del nostro modo di operare. Non c'è qualcuno che arriverà un giorno e risolverà il cambiamento climatico. Lo risolviamo tutti noi ognuno con il proprio modo di agire". Secondo l'editore, "le grandi imprese e le multinazionali hanno una grande responsabilità, come la Cina e gli Stati Uniti. Sta di fatto che è un problema di tutti noi e dobbiamo affrontarlo", conclude Carlo De Benedetti.