Italo Bocchino, "Se vuole violentare tua figlia cosa fai?", caos in studio
La parola "mazzate" nello studio di Corrado Formigli sul La7 non è stata pronunciata, ma a Piazza Pulita la domanda di Italo Bocchino lasciata senza risposta con cui ha scatenato lo stesso una sonora protesta degli ospiti. Il direttore editoriale del Secolo d'Italia, sorrideva mentre Leonardo Mendolicchio, psicologo e psicoterapeuta, commentava il reportage su come vivono i migranti nei CPR tra psicofarmaci, violenze, umiliazioni privati di ogni dignità umana pur non avendo commesso alcun reato.
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"Da cittadino di questo Paese che dovrebbe fregiarsi di avere un etica e una cultura che fonda sulla piétas umana uno dei suoi capisaldi culturali vedere queste immagini mi fa rabbrividire. Io mi vergogno di essere italiano perché non è possibile che in un Paese civile si possa perpetrare questa barbarie", ha tuonato Mendolicchio che poi è passato a commentare i calci e le manganellate delle forze dell'ordine sia a Livorno che a Milano.
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"Sono preoccupato che ci sia gente che cerca di annacquare quello che abbiamo visto volendo analizzare immagini che non ci sono: nessun reato pericoloso socialmente può giustificare quel tipo di violenza", puntualizza lo psicologo. "La narrazione che l'ordine pubblico in Italia si può garantire con quel tipo di metodo è pericolosissima". A questo punto interviene Bocchino: "Come si garantisce scusi? Quando c'è uno psicopatico che vuole violentare sua figlia o sua sorella come si garantisce l'ordine pubblico?". "Ma cosa c'entra?", urlano in studio. I toni si alzano, gli animi si surriscaldano ma nessuno risponde a Bocchino.
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