Maria Giovanna Maglie, "dettato dal letto di ospedale": ecco il suo ultimo articolo
L’ultimo articolo Maria Giovanna Maglie lo ha dettato al suo assistente dal letto dell’ospedale. Alla fine di ogni periodo gli chiedeva di rileggere dall’inizio perché voleva che fosse chiaro, chele sue parole mettessero tutti spalle al muro. Quello scritto è la prefazione al libro dell’avvocato Eleonora Coletta «Canale terminale» che, per gentile concessione dell’editore Cantagalli, pubblichiamo qui sotto. La giornalista aveva conosciuto Eleonora durante un convegno a Verona. La donna raccontò la sua tragica storia quando nel 2021, a distanza di due giorni, perse marito e papà. Entrambi ricoverati all’ospedale Giuseppe Moscati di Taranto, entrambi positivi al Covid. Il libro è la denuncia di una sanità malata: cartelle cliniche errate, sistemazioni improvvisate, parenti che non ricevono notizie dei loro cari per giorni, oggetti scomparsi, smarriti o rubati. Pazienti sulla via della guarigione improvvisamente morti a causa di infezioni oppure lasciati andare perché «vecchi». Da leggere per non dimenticare. Dopo quel convegno la Maglie promise ad Eleonora che avrebbe scritto la prefazione al libro. E ha rispettato gli accordi. Le prime righe, ora che lei non c’è più, risuonano feroci, ma leggete fino alla fine: vi sembrerà di ascoltarla. Potente come sempre.
di Lucia Esposito
Il dolore di chi resta non conosce tregua, soprattutto di fronte alle numerose domande lasciate senza risposta. Tante, troppe, le morti sospette nell’ospedale oncologico San Giuseppe Moscati di Taranto, trama la sanità, disorganizzazione e incompetenza del personale sanitario che si è trovato completamente impreparato di fronte alla seconda ondata dell’emergenza Covid. Siamo tra novembre 2020 e maggio 2021. Si concentrano tutti attorno a quel periodo i casi presi in esame da Eleonora Coletta, che nella vita fa l’avvocato. Il doppio lutto che ha subito due anni fa, quando nel giro di pochi giorni ha perso sia il padre che il marito, entrambi morti nel nosocomio pugliese, l’ha spinta a scrivere questo libro che si pone a metà strada tra una cronaca di quanto accaduto all’ospedale Moscati di Taranto e una denuncia di episodi di insensibilità umana e inefficienza delle cure, se non addirittura di malasanità. “Canale terminale” è il nome che il personale sanitario assegna alla Rianimazione, l’ultimo luogo in cui i malati vengono portati prima dell’inevitabile fine. Una strada a senso unico dalla quale non è possibile fare ritorno. Partendo da qui, Coletta racconta – con le emozioni di una donna ferita e la determinazione di un legale che chiede soltanto giustizia per le vittime e le loro famiglie – l’agonia e la morte del padre Francesco, prima, e del marito Dario Maniglia, poi, analizzando le cause di decessi che, secondo successive ricostruzioni, potevano essere evitati.
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Alla vicenda di Eleonora si aggiungono le testimonianze di altre mogli, di altri figli, che hanno perso mariti, padri, sorelle e fratelli, in una sorta di racconto corale che ha come filo conduttore il dolore e la ricerca della verità. Dolore per la perdita, a volte inspiegabile, delle persone care e per le modalità in cui sono stati trattati e curati i pazienti prima del decesso. Lasciati soli, senza contatti con l’esterno e spesso anche senza la possibilità di comunicare con le famiglie attraverso telefono e internet, spaventati e umiliati, i malati Covid se ne sono andati senza conforto e senza dignità.
Tuttavia, come ben evidenza Coletta portando a supporto prove documentali, molti di loro non sono stati curati in maniera efficace o non sono stati curati affatto. Cartelle cliniche incomplete o inesistenti, documenti provanti terapie frettolose se non addirittura errate, restituiscono il quadro di una situazione drammatica dalla quale il personale sanitario del Moscati di Taranto si è fatto cogliere di sorpresa, nonostante la seconda ondata di Covid fosse stata ampiamente annunciata nei mesi precedenti, quando l’Italia e il mondo intero avevano potuto tirare un sospiro di sollievo dopo i tragici mesi tra febbraio e maggio 2020. Il tentativo di far luce su quanto accaduto nell’autunno dello stesso anno nel nosocomio pugliese è il presupposto dal quale parte questo libro ma anche la ragione alla base della fondazione del Comitato Verità e Giustizia vittime Covid Moscati, istituito nel giugno del 2021 e di cui Eleonora Coletta è vicepresidente. Il Comitato muove dall’esperienza dolorosa di chi cerca di far luce su quanto avvenuto in quei mesi a Taranto, dove impreparazione e inefficienza potrebbero aver aggravato le condizioni di salute dei malati Covid portandoli alla morte. A due anni di distanza da quei dolorosi episodi, diventa più che mai doveroso fare chiarezza e analizzare quanto accaduto con rigore scientifico affinché se ci sono delle responsabilità, vengano accertate. Per restituire la dignità ai morti e la pace a chi resta.