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Otto e Mezzo, Gruber: "Per fare buoni ascolti...", veleno contro Giletti?

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Se Corrado Formigli tace in modo assoluto, almeno Lilli Gruber una "frecciata" - senza fare nomi - se la concede. Si parla del caso che ha travolto Massimo Giletti, della sospensione di Non è l'Arena, la trasmissione di La7 fermata di punto in bianco da Urbano Cairo. Un caso spinoso sul quale circolano diverse teorie. Un caso di cui, nel giorno della sospensione, lo scorso giovedì, Formigli a PiazzaPulita non ha parlato nella maniera più assoluta.

Le cose sono invece andate un po' diversamente a Otto e Mezzo, il programma della Gruber, laddove nella puntata del 14 aprile tra gli ospiti figuravano Massimo Giannini, direttore de La Stampa, e Alessandro Giuli. Si parlava dell'ipotesi di "polacchizzazione" dell'Italia, ossia un Paese iper-atlantista ma pronto a mettersi di traverso rispetto alla Ue, un po' come la Polonia. Ipotesi ovviamente ritenuta plausibile da Giannini e smentita da Giuli: "Macché. Questa trasmissione è la prova più eloquente che non c’è polacchizzazione. Nessuno la chiuderà mai, come nessuno chiuderà i giornali". Frase a cui Giannini ha replicato: "Beh, lavoreranno alla Rai".

 

Ed ecco che a quel punto si è inserita Lilli Gruber, che dopo aver assistito al siparietto ha detto la sua: "Noi a La7 stiamo bene, facciamo ottimi ascolti che è sempre una garanzia di autonomia… e però per fare buoni ascolti bisogna essere anche molto liberi. E abbiamo un editore Cairo che ci dà una grande libertà, questo ricordiamolo sempre", ha concluso Lilli Gruber. E in molti, ovviamente, ci hanno visto un riferimento all'affaire-Giletti...

 

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