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Giuliano Ferrara, la scomoda verità su Macron: "Sarà pure un figh***, ma..."

Giuliano Ferrara

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Giuliano Ferrara elogia il presidente francese Emmanuel Macron che, osserva in un articolo su Il Foglio, sarà pure una "figh***" ma se ne infischia delle proteste e "non si piega all'immobilismo" come fece Chirac. In Francia, scrive il giornalista, "la parola d’ordine, mot d’ordre, del momento è mépris, disprezzo. Il sentimento in tutta la sua portata di arroganza e superiorità sociale è attribuito al presidente, ribattezzato le Mépresident, non più presidente dei ricchi".

 

 

Questa espressione viene usata da Marine Le Pen, Philippe Martinez, Jean-Luc Mélenchon ma anche dalle studentesse, dai lavoratori, quelli che "si scatenano nelle strade e nelle piazze a nome del paese da basso e dei ceti medi spossessati da due anni di lavoro legale in più". Ed è vero, prosegue Ferrara, "che Macron in televisione ha esibito un bel paio di gemelli" ma "la cosa più vera ancora è che, dopo aver comprensibilmente detto che non scioglie l’Assemblea nazionale, che non fa un referendum, che non cambia per ora il primo ministro, Élisabeth Borne, ha aggiunto che assume senza patemi d’animo su di sé, tutta intera, l’impopolarità di una riforma necessaria. Il che sarebbe solo prova di coraggio e di responsabilità. Ma ha concluso affermando che non è il sistema pensionistico insostenibile la vera questione, la vera questione è che con il welfare generoso che si sa, ingentilito da una quantità di sussidi dovuti alla pandemia da Covid (e prima dalle concessioni ai gilet gialli, ndr), gli equilibri sono saltati e il rapporto con il lavoro e il reddito non è più così centrale per, e anche questo lo aggiungiamo noi, un popolo combattivo ma assai bene assistito".

 

 

Insomma. Macron "non ascolta la piazza, la chiama folla, se ne impipa dei sondaggi che danno i francesi all’opposizione per l’83 per cento, ohibò, sottolinea la presenza di fazioni e faziosi, annuncia precettazioni a raffica", sottolinea Ferrara. "La ghigliottina dell’accusa di disprezzare il popolo in un certo senso non ha mai smesso di funzionare". E ricorda che "Chirac ritirò la riforma per le proteste di piazza nonostante il parere contrario del suo primo ministro, e finì nell’immobilismo più totale", Macron, forse, conclude il fondatore de Il Foglio "è un figh***, forse, ma di tutt’altra pasta".

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