Scanzi insulta Bocchino: "Manganellatore". La replica: "Travaglio che non ce l'ha fatta"
"Fratelli d’Italo, nuovo venditore di fumo e propaganda nera": questo il titolo dell'articolo firmato da Andrea Scanzi oggi sul Fatto Quotidiano. Nel suo mirino il direttore del Secolo d'Italia Italo Bocchino. E non risparmia parole forti e toni pesanti. Basti pensare che definisce il collega come un "disinvolto e querulo 56enne venditore di fumo propagandistico". Il giornale da lui diretto invece viene definito come "spietato organuccio ufficiale di Fratelli d’Italia, attraverso il quale Bocchino manganella qualsivoglia oppositore sognando (si presume) il Ventennio che fu".
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A stretto giro è arrivata la replica del giornale stesso, che ha definito l'attacco di Scanzi "becero": "Era partito per scrivere un corrosivo corsivo contro Italo Bocchino, con cui, per altro, spesso incrocia la lama nell’arena di Lilly Gruber, e si è ritrovato a firmare un attacco scomposto, privo di grazia cavalleresca, trito del più vieto luogocomunismo".
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Secondo il Secolo d'Italia, la firma del Fatto "si è fatta prendere la mano e… giù insulti a catinelle". Poi si chiede: "Possibile che a scatenare in Scanzi l’overdose di bile sia la militanza a destra di Italo Bocchino o il suo ruolo di nostro direttore editoriale? Certo, non è da escludere". E infine: "Se è così ce ne dispiace. Purtroppo deve rassegnarsi: la destra c’è e ci sarà. Lui piuttosto si dia una mossa e cerchi di recuperare un po’ di stile se non vuol essere ricordato solo come un MarcoTravaglio che non ce l’ha fatta".
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