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Giuliano Ferrara, clamoroso su Meloni: "Io, uomo Ztl, dico che è stata perfetta"

Giuliano Ferrara

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Giuliano Ferrara non può che applaudire Giorgia Meloni. Il giornalista e fondatore de Il Foglio scrive infatti in un editoriale che con il suo intervento al congresso di Rimini della Cgil, "dove quattro fischi in dissenso e le note di Bella ciao hanno sostituito degnamente l’inno sovietico suonato a Bologna, la destra è finita, e bene, con largo anticipo sulle previsioni. Non avrei scommesso un soldo bucato, sulla carta, e invece è semplicemente andata così".

 

 

La Meloni, "smessi i panni della cristiana, madre eccetera", prosegue Ferrara, "porta l’abito di presidente del Consiglio, compreso un accento sociale che era estraneo alla sinistra italiana da anni e ora è affidato a Elly Schlein, vestita di diritti e compresa in un ruolo di opposizione ancora da definire, con composta attitudine istituzionale e una cura particolare nel ricentrare (trasformisticamente?) il sistema intorno a una nuova maggioranza nazionale che ha un sapore centrale se non centrista, occidentale, euroatlantico e, appunto, sociale".

Insomma, osserva Ferrara, "più di così Meloni non poteva fare sulla via di Damasco di una decisa affermazione e appropriazione della cultura democratica". Ha mostrato "sdegno verso l’attacco dell’estrema destra fascistoide alla Cgil nazionale, a Roma", ha citato "Argentina Altobelli nemica di Mussolini 'sicario degli agrari', e ha invitato "al dialogo senza pregiudizi, nel reciproco riconoscimento di valori". 

 

 

Una "Meloni perfetta", una "Cgil composta e gentile nell’accoglierla e nell’applaudirla senza un’enfasi che sarebbe sembrata insincera", conclude il giornalista. "Che volete che vi dica e che ve lo dico a fare? Io me ne sto saldamente dentro e fuori la mia personale e di gruppo Ztl, ma quel che è vero è vero".

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