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Annunziata contro Meloni in visita alla Cgil: "Un punto di non ritorno"

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Lucia Annunziata ha visto un film tutto suo. Al centro l'ospitata di Giorgia Meloni al Palacongressi di Rimini dove si riuniva la Cgil. Sì, perché se inizialmente il premier è stato accolto con fischi e peluche (in riferimento al naufragio di Cutro), successivamente sia i primi che i secondi sono spariti. Quando il presidente del Consiglio ha preso la parola, ecco che la platea rossa l'ha lasciata parlare. Eppure per la giornalista le cose non sono andate proprio così. Addirittura la Annunziata si sofferma sulla scelta della leader di Fratelli d'Italia di fare il suo ingresso dalla porta principale, quella dove la attendevano i manifestanti: "È il primo manto di cui si veste il/la premier, il Gladiatore", commenta sulle colonne de La Stampa. Finita qui? Niente affatto: "Nella performance riminese, un atto ad altissimo profilo di attenzione pubblica e riferimenti simbolici, la presidente del Consiglio avrà modo di sfoggiare tutte le figure retoriche di cui è composto il suo vocabolario politico".

 

 

E ancora: "Poi inizia finalmente a parlare, e dopo un richiamo a quanto sia importante confrontarsi 'senza pregiudizi', consegna alla Cgil il suo no a tutti i programmi del sindacato. Contrapponendogli il programma di governo, che ruota, in sintesi, intorno a un solo pivot, così sintetizzato: 'La ricchezza la creano le aziende con i lavoratori: quello che compete allo Stato è immaginare regole giuste e pensare alla distribuzione della ricchezza'. Visione spesso declinata anche da vari ministri in questa prima fase con quel 'lasciare mano libera a chi vuol fare'. Mano libera da cosa? Quali sono questi stimoli per produrre ricchezza? Semplice: la riforma del fisco".

 

 

Insomma, per la conduttrice di Mezz'ora in più la Meloni è quanto di più distante dal mondo del sindacato. Ecco l'ammissione: "Ma, se vogliamo recuperare un filo di ottimismo, possiamo almeno dire che un intervento del genere ha fatto chiarezza. Se bisogno c'era di misurare la invalicabile distanza fra questo governo e alcune importanti forze sociali come il sindacato, da ieri sappiamo di aver toccato un punto di non ritorno. Questa distanza rivelatasi non colmabile". 

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