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Lucia Annunziata attacca Salvini? La figuraccia: tutto sbagliato...

Brunella Bolloli
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 «Visto che siamo in Romagna, propongo di chiamarlo il cooordinamento dell’anti-Papetee». Lucia Annunziata l’ha detto quasi con un sorriso compiaciuto e, da giornalista esperta, si era preparata la mossa. Del resto, il messaggio è chiaro ed è tutto politico. Si tratta di un patto tra le forze dell’opposizione per evitare strappi come accade ai tempi del governo gialloverde, un ibrido durato poco. La conduttrice di In mezz’ora, chiamata dalla Cgil a moderare il dibattito di Rimini con i leader del centrosinistra riuniti sul palco ed Elly Schlein a fare la parte della leonessa, ha citato non a caso lo storico luogo di villeggiatura del capitano leghista Matteo Salvini, a Milano Marittima. Un posto diventato caro alla sinistra perché da quella spiaggia ritengono sia cominciato il declino salviniano.

 

 

Falso. Il 7 agosto del 2019, da Sabaudia e non dal Papeete, il capo del Carroccio, allora ministro degli Interni, annunciò agli alleati grillini che «qualcosa si è rotto». Il malumore covava da mesi, non solo in Parlamento ma anche a Bruxelles. Il 3 luglio del 2019 l’Europarlamento aveva eletto vicepresidente il grillino Fabio Massimo Castaldo con un accordo “carbonaro” tra M5S e dem lasciando fuori il centrodestra. L’Europa in quel momento stese quello che Castaldo ha chiamato il «cordone sanitario» e il 20 agosto, dopo un’estate di fuoco, con annunci di mozioni di sfiducia, minacce di ritiro dei ministri e tensioni, l’allora premier Giuseppe Conte ha pronunciato il discorso dell’addio in Senato. In verità, per l’avvocato del popolo è poi cominciato un altro governo, stavolta giallorosso, con lui sempre a Palazzo Chigi. Come dire: un premier per tutte le stagioni, Lega o Pd fa lo stesso, e meno male che i 5stelle non facevano alleanze ed erano i più puri.

 

 

Dunque, ora ritorna il Papeete, secondo la Annunziata come emblema di ciò che non dovrebbe essere se si vuole costruire un’alleanza seria dove i protagonisti non rimangano vittime di colpi di sole, un patto delle opposizioni. I temi su cui Schlein e compagni possono trovare una intesa sono proprio quelli di cui si è parlato sul palco della Cgil: in primo luogo il salario minimo, cavallo di battaglia di M5S, come tiene a rivendicare Conte, oltre alla sanità e alla scuola. Ci sta ovviamente anche Maurizio Landini che attacca la riforma fiscale della Meloni. Ma oltre al famigerato “coordinamento anti-governo”, le divergenze tra i partiti del centrosinistra restano, sottolineate soprattutto da Calenda di Azione (e da Renzi, grande assente). Annunziata ha anche un’altra idea: «Vi possiamo chiamare nuovo Cln?», inteso come Comitato di Liberazione Nazionale con la destra al governo. E qui i protagonisti tentennano. Perché un conto è partecipare insieme a un dibattito al congresso della Cgil, altro è pensare di governare insieme. 

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