Cutro, Saviano-choc: "I morti conseguenza delle parole di Meloni e Salvini"
Roberto Saviano è andato all’attacco del governo presieduto da Giorgia Meloni in merito alla strage di migranti che si è consumata a Cutro. Lo scrittore è convinto che si potevano salvare tutti e che la premier è forse troppo “indulgente con la propria coscienza”. Intervistato da La Stampa, Saviano ha affermato che sulle coste calabresi è naufragata “l’idea edulcorata che qualcuno coltivava su questo governo”.
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“Chi si aspettava un cambio di rotta - ha aggiunto - rispetto alle bestialità pronunciate in campagna elettorale deve fare i conti con un esecutivo che ha sfidato il ridicolo col decreto anti-rave, ha gestito malissimo il caso Cospito e ora, di fronte a decine di persone morte in mare a 100 metri dalle nostre coste, non è capace di abbassare la testa e dire: mi dispiace, ci dispiace, non accadrà più”. Lo scrittore ha almeno riconosciuto che il governo non ha voluto la strage di Cutro, ma al tempo stesso la ritiene conseguenza “delle dichiarazioni e delle promesse di Meloni, Salvini e Piantedosi. Sono le loro parole che diventano azione politica”.
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Inoltre Saviano ha affrontato il tema delle Ong, spiegando perché - a suo dire - diano fastidio al governo: “Sono odiate da chi, come l'esecutivo, vuole costruire un racconto alternativo della realtà, perché sono testimoni di quel che accade nel Mediterraneo e in Libia. Di fronte alle immagini, ai video, ai dati raccolti, crolla ogni racconto sui migranti che vengono a rubare il lavoro agli italiani e a delinquere. A Steccato di Cutro sono morti tantissimi bambini, ma non si deve dire perché le bare bianche stridono con il racconto dei neri palestrati con cui Salvini e Meloni hanno insozzato i social media, condizionando l'opinione pubblica”.