
Paolo Mieli, lezione alla sinistra: "Naufragi? Ho un sospetto"

Paolo Mieli dà alla sinistra una vera e propria lezione. Con il naufragio di Cutro, prima, e quello al largo della Libia, poi, il giornalista prende le difese del governo. "Questi salvataggi o naufragi non li possiamo guardare solo se riusciamo a servircene perché colpiscono Piantedosi o chi per lui". Con una sola frase, pronunciata su Radio 24, la firma del Corriere della Sera svela la farsa dem: pensare ai migranti solo quando fa comodo. Ossia quando servono per attaccare l'esecutivo Meloni.
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Ma Mieli ha anche una sua teoria su quanto accaduto negli ultimi giorni. "Il sospetto - ammette - è che qualcuno, interpretando o misinterpretando il pensiero di Salvini o Piantedosi faccia morire migranti, ma allora andiamo a vedere i nomi di questi signori, se no sono solo polemiche politiche". Non a caso, dopo le accuse a Giorgia Meloni e ai suoi ministri per la tragedia di Crotone, non sono mancati attacchi per la vicenda che ha portato alla scomparsa di 30 migranti.
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Prima tra tutte, a puntare il dito ci ha pensato Elly Schlein. Nel corso dell'Assemblea del Partito Democratico, la neo leader ha tuonato: "È una vergogna per l'Italia ed è una vergogna per l'Europa". A farle eco anche Luca Casarini, capomissione di Mediterranea Saving Humans: "L'ultimo tragico naufragio con decine di vite umane perse si poteva evitare, come a Cutro. Le autorità italiane ed europee hanno avuto 30 ore per inviare mezzi adeguati per il soccorso". Per Casarini infatti il naufragio "è stato una scelta, non un incidente".
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