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Jankto? "Prenderla dove piace a lui": caos per la battutaccia del Foglio

Claudia Osmetti
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Cari colleghi de Il Foglio, diciamocelo subito: vi è uscita male. Però anche invocare la censura, come sta facendo qualcuno, lascia il tempo che trova. Chè il vostro Jack O’Malley sia uno abituato a scrivere sopra le righe, lo sappiamo. Chè in questo Paese ci son più moralisti che iscritti all’Anagrafe, pure. Chè poi il tono, il contesto: vero ogni cosa. Ve lo diciamo noi che, qui a Libero, abbiamo bisogno di ben altro per scandalizzarci. È che se era una provocazione, non l’ha capita nessuno; se era una battuta, idem (tra l’altro non aveva granché della freddura Oxford-style, sai quelle in punta di parola che le capisci a distanza di ore?). «Vedere gli eredi di Pep e di Messi illudersi, lamentarsi, provare a buttarla sulla rissa e poi prenderla dove piace a Jankto, è stato un vero piacere».

Lo confesso, personalmente sono tra quelli che hanno impiegato un po’ a realizzare: mi mancano i fondamentali. Delle persone citate giusto Messi ho intuito baronetto Beppe Severgnini). Sono ancora sbronzo per la doppia sfida tra Manchester United e Barcellona: vedere gli eredi di Pep e Messi illudersi, lamentarsi, provare a buttarla sulla rissa e poi prenderla dove piace a Jankto stato un vero piacere. Ora tocca far fuori un'altra spagnola, il Betis, mentre l'Arsenal dovrà liberarsi dello Sporting Lisbona. c’entrasse col mondo del calcio, il resto va da sè. Solo che, ieri pomeriggio, avevo la bacheca di Twitter invasa da commenti più o meno piccati, più o meno indignati, e allora, siccome son curiosa per lavoro, ho approfondito. L’avete detto voi, colleghi de Il Foglio, che pure siete sempre attenti a non farli, ‘sti rizzuloni: in un pezzo firmato O’Malley che riguarda, appunto, il pallone.

Messi è quel Messi là che avevo in mente io, Pep è l’allenatore Josep Guardiola (quindi restiamo in argomento) e Janko è il calciatore che nella storia passerà non tanto per le sue reti ma perché è stato il primo a fare coming-out. A dire: “Sissignori, sono gay”. Buon per lui, tra l’altro. E viva l’amore, sempre. Invece sui social si sono scatenati in tanti. Vi han dato degli omofobi, dei penosi, degli alcolizzati. Il punto è che oggettivamente quel passaggio è indifendibile, neanche tirando in ballo la deriva del politically correct che oramai tutto può. Ammettete che è stata una svista e finiamola qui. 

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