Pierluigi Battista: "La Russa? Vogliono che sputi su suo padre"
Pierluigi Battista, ex vicedirettore del Corriere della Sera, è anche autore del libro Mio padre era fascista (Mondadori, 2016), nel quale parla del difficile rapporto avuto con il padre Vittorio, che fu che fu volontario nella Repubblica Sociale Italiana e poi dirigente del Movimento Sociale Italiano. In una intervista a Il Giornale, Battista entra nel merito della polemica che si è scatenata sul busto del Duce che a Ignazio La Russa è stato regalato dal padre del quale non si vuole liberare. Una statuina che si è trasformata in una sorta di "oggetto del delitto", la "prova" che dimostrerebbe che il presidente del Senato è legato al Ventennio. "Non lo butterò mai, come non butterei un’opera d’arte di Mao Tse Tung se mio padre mi avesse lasciato quella", ha spiegato La Russa.
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"La premessa che io trovo sconcertante in questa vicenda è che quella che viene fatta è sostanzialmente una richiesta di ripudio", tuona Battista. "Non si chiede una presa di posizione nei confronti del fascismo... Ma si chiede che una persona, per dimostrare di essere democratica, sputi su una cosa che gli ha regalato il padre. E tutto questo andrebbe fatto davanti alle telecamere. Quello che loro vorrebbero è una sorta di rito di purificazione è una cosa di matrice staliniana".
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Prosegue l'editorialista: "È una cosa barbarica non c’entra con il dibattito storiografico sul fascismo e sulle sue responsabilità. È un regime verso il quale sia chiaro io non ho nessuna simpatia ma ovviamente questa cosa mi tocca personalmente perché io ho scritto Mio padre era un fascista, ed ho avuto un conflitto forte con mio padre... Ma non si può chiedere a qualcuno di fare un atto di ripudio del proprio padre è come quando nello stalinismo si dovevano denunciare i genitori". Sarebbe stato invece legittimo chiedere a La Russa "una riflessione sul perché uno è stato fascista se lo è stato e adesso perché non lo è più. Ma invece si chiede una sorta di selfie in cui La Russa getti il busto avuto dal padre in una discarica". "Questo" gesto, conclude Battista, "dovrebbe soddisfare la buona coscienza democratica... Un Autodafé questo sarebbe. Ma poi non basta mai, dopo se ne chiederebbe un altro e un altro".