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Toni Capuozzo, la rivelazione: "Chi vuole portare la Nato in guerra"

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"Undici mesi di guerra. E poi?": Toni Capuozzo fa un punto sul conflitto ancora in corso in Ucraina. In un post sulla sua pagina Facebook, il giornalista ha scritto: "Il calendario dice 339 giorni di guerra.  Manca meno di un mese all’anno di guerra. Sembra ieri che ci parlavano di armi difensive per riequilibrare i rapporti di forza, per affrettare un tavolo dei negoziati.  E invece siamo qui, a sfogliare i cataloghi di carrarmati, missili, aerei". Secondo lui, dietro la strategia del presidente ucraino Zelensky ci sarebbe una logica ben precisa: "Coinvolgere passo passo la Nato nel conflitto". 

 

 

 

Ma anche dietro la strategia di Putin ci sarebbe una logica: "Fallita la presa di Kiev, considerare i territori secessionisti prima e occupati poi come territorio russo, e difenderne i confini come se fossero confini russi". Capuozzo, poi, passa a esaminare la strategia dell’Occidente e dell’Italia in particolare: "Diciamo che la strategia ruota attorno a una sola opzione: vincere, costringere Putin alla ritirata, all’esodo gli ucraini secessionisti, e magari provocare, con una fragorosa sconfitta militare, la fine del putinismo. O no?". 

Il giornalista, poi, si rivolge direttamente ai suoi seguaci: "Avete sentito parlare di pace, di negoziati, di trattative in cui, inevitabilmente, ognuno rinuncia a qualcosa? No: armi, armi, armi. Se le cose stanno così, bisogna realisticamente porsi una domanda: è in grado l’Ucraina di rigettare i russi oltre i confini storici, e regolati i conti con i secessionisti, ristabilire una sovranità persa nel 2014?". Secondo lui, la risposta è no": Mi pare difficile piegare un paese che ha un arsenale nucleare senza sfidare una catastrofica escalation".

 

 

 

Capuozzo, poi, ha sottolineato che trattare non vuol dire per forza premiare l’aggressione. "L’alternativa è sotto i nostri occhi: giorno per giorno, non sappiamo dove andare - ha scritto ancora su Facebook -. In questi giorni abbiamo ricordato l’orrore dell’Olocausto, adattandolo al momento, se ad Auschwitz sono stati esclusi quelli che l’avevano liberata. Non una riga su quello che avvenne in Ucraina: un milione e seicentomila ebrei uccisi, in un paese in cui le SS contavano, nel 1941, 15.000 tedeschi e 238.000 ucraini. A onore del vero, bisogna dire che l’Ucraina conta anche un alto numero di Giusti – 2515 - che salvarono vite ebree. Ogni paese ha le sue macchie. Anche noi, dove il 10 giugno del 1940 qualcuno disse Vincere, e vinceremo". 

 

 

 

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