Messina Denaro, Lirio Abbate: "Scoperto grazie a uno scontrino"
"La scoperta della base operativa di questo boss latitante è importante": Lirio Abbate, ospite di Omnibus su La7, ha parlato del secondo covo di Matteo Messina Denaro, trovato ieri nel Trapanese. Si tratta, come lui stesso ha spiegato, di "un appartamentino indicato come una sorta di bunker dove conservava alcune cose su cui non trapela quasi nulla". Anche se poi ha precisato: "L'arrivo del GICO (Gruppo d'investigazione sulla criminalità organizzata) e della Guardia di Finanza ci fa comprendere che qualcosa di documentale e numerico è stato trovato".
La scatola vuota nel bunker di Messina Denaro: il terribile sospetto
"In questo momento c'è molta riservatezza sulle indagini", ha proseguito l'ex direttore dell'Espresso. Che poi ha rivelato: "Il primo covo è stato scoperto grazie a uno scontrino trovato in un borsello nell'immediatezza del posto in cui è stato arrestato Messina Denaro a Palermo. Dentro al borsello c'erano uno scontrino di un supermercato di Campobello di Mazara e le chiavi dell'auto utilizzata dal boss. Attraverso questo scontrino si è arrivati a individuare il giorno in cui ha fatto la spesa e poi si è arrivati alla sua casa". Altro dettaglio da non trascurare è che "nel momento dell'arresto, il boss stranamente è stato trovato in possesso di due telefoni cellulari - ha sottolineato Abbate -. Uno era un numero che lui aveva dato alla clinica e ad altre persone da molto tempo, mentre dell'altro non abbiamo notizie".
Qui l'intervento di Lirio Abbate a Omnibus
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"La cosa che ci fa ben sperare - ha spiegato il giornalista - è che i cellulari potrebbero essere collegati a Cloud o ad altro e in quel caso si potrebbe vedere cosa è stato caricato. Inoltre i telefoni possono essere tracciati e possono essere scoperti i contatti". Sulla possibilità che alla fine il boss decida di parlare, Abbate ha detto che ci sono molte incognite. Ovviamente, nel caso in cui decidesse di farlo, sono tante le cose che potrebbe rivelare: "Messina Denaro è l'uomo che è cresciuto criminalmente al fianco di Riina e che ha condiviso con lui la strategia terroristico-mafiosa. È stato ricettore di confidenze da parte di Riina nel periodo delle stragi. Confidenze che Riina non faceva ad altri boss. Quindi è uno che conosce molto bene certi retroscena ancora misteriosi", ha chiosato.
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