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Milano, amarezza per la Settimana della Moda
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Anna Wintour mette a rischio la durata della manifestazione
Le passerelle di Milano Moda Donna rischiavano di essere una Fashion Week solo di nome: la stesura del calendario delle sfilate stava addossando tutti i big in soli tre giorni, da venerdì 26 a domenica 28 febbraio, rendendo più debole il resto della settimana. Fortunatamente, però, Fendi si è resa disponibile a collocare la sfilata giovedì 25, a condizione che anche un altro big lo segua: a questo punto, un secondo gesto di ragionevolezza potrebbe venire da Prada. In ogni caso, resta il problema di fondo: una settimana con 4 giorni di concentrato dei grandi marchi, indebolita nella sua struttura e con una visibilità ridotta anche i giovani. Il motivo sarebbero i giornalisti stranieri, soprattutto Anna Wintour direttrice di Vogue Usa, che non vogliono fermarsi a Milano l'intera settimana. È infatti amareggiato Mario Boselli, presidente della Camera della Moda, per quello che sta succedendo con il calendario delle sfilate milanesi che dovrebbero iniziare mercoledì 24 febbraio: «Noi abbiamo rispetto per il lavoro della signora Wintour (direttore di Vogue Usa), ma lei non sembra rispettare il lavoro altrui. A Milano è la benvenuta, ma se viene per un arrogante mordi e fuggi che scompiglia tutto, allora forse è meglio che resti a casa!». Boselli è anche pessimista: «Temo che alla fine Milano Moda Donna avrà solo 3 giorni forti, con tutti i grandi nomi concentrati dal 25 al 27 febbraio». Lunedì in ogni caso verrà reso noto il calendario ufficiale e definitivo della Fashion Week, in queste ore però ci sono gli ultimi tentativi per migliorarlo. «Noi eravamo riusciti a costruire un calendario ragionevole, con 5 giorni forti più un inizio e una fine con marchi italiani e stranieri di minor risonanza, quando la signora Anna Wintour ha chiamato gli stilisti italiani e francesi dicendo che il 7 marzo lei deve essere a Hollywood e invitandoli a compattare il calendario, per chiudere prima la settimana di Parigi e quindi quella di Milano che la precede. I nostri stilisti, proni al suo volere, hanno detto va bene, quelli francesi no!», continua Boselli, secondo il quale «i primi a cedere e a spostarsi sono stati Dolce & Gabbana che dovevano sfilare lunedì 28. A quel punto anche Armani non ha voluto restare da solo su lunedì. E tutto per far coincidere le loro passerelle con la permanenza della signora a Milano. Questi cambiamenti hanno rimesso in discussione tutto, tra l'altro con una serie di conseguenze per quanto riguarda le modelle, che vengono usate dai vari marchi, e perfino i parrucchieri». «Due giorni fa abbiamo riunito il consiglio direttivo della Cnmi e abbiamo provato a salvare il lunedì, sembrava che Gucci accettasse di spostarsi su quel giorno. Poi l'ipotesi è tramontata». «La notazione da fare è che i nostri stilisti sono i più bravi del mondo ma, a differenza dei francesi, non sembrano averne consapevolezza» conclude Boselli. C'è da chiedersi se la settimana della moda milanese si stia forse suicidando: «La stanno suicidando» accusa amaramente Boselli.
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