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Fratoianni fa eleggere la moglie, chi lo bombarda: "Morale?"

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È un Fabrizio Roncone senza freni quello che commenta la trasformazione di Nicola Fratoianni. "Barbuto, l'aria stropicciata, i jeans sbrindellati", si presentava così il leader di Sinistra italiana nel 2003. Sì, anni fa, perché ad oggi  "quasi vent'anni dopo, ormai dritto sulla boa dei 50, eccolo attraversare il Transatlantico di Montecitorio con un alone scuro addosso: un po' l'abito da onorevole gruppettaro, un po' certe occhiate forastiche, perché la storiaccia di Aboubakar Soumahoro - il sindacalista nero candidato in un miscuglio di superficialità e retorica pelosa, cooperative vere o presunte, la suocera che per difendersi da ignobili accuse sceglie l'avvocato già difensore anche di Priebke - è stato il suo primo grande inciampo politico (del secondo, forse più grave, ma meno mediatico". 

 

 

Il peggiore? Candidare la moglie. "Fratoianni - prosegue la firma del Corriere della Sera - capisce che la politica può essere un vero mestiere: si compra finalmente una giacca, e si toglie lo sfizio di una Triumph Bonneville fiammante". Nel 2013 infatti il compagno diventa deputato, "anche se nessuno - tuona - ricorda più con quale partito, per- ché nel frattempo a sinistra si sono divisi e, atomo dopo atomo, alla fine più che un cronista servirebbe un fisico quantistico, ma bravo".

 

 

 

Le critiche di Roncone però non finiscono qui. "Fratoianni - in tandem con il verde Angelo Bonelli - prima candida Soumahoro (velo pietoso); poi anche Elisabetta Piccolotti. Sua moglie. Sposata a Foligno, dove vivono con Adriano, il figlio di 9 anni". Una notizia passata sottotraccia o quasi. "I giornali se ne occupano distrattamente. E invece, compagni, la domanda è: può un capo di partito far eleggere la consorte? Certo che può. Domanda successiva: è opportuno?". E la risposta sembra scontata. 

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